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La seduta di Consiglio comunale urgente richiesta dalla minoranza a Stefanaconi

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STEFANACONI – La richiesta di convocazione di un Consiglio comunale urgente da parte dei consiglieri d’opposizione, tempestivamente accolta dal presidente dell’assemblea Domenico Barbalaco, offre alla maggioranza l’occasione di fare quadrato attorno al sindaco Salvatore Solano, investito dagli strascichi dell’Inchiesta Petrolmafie.

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Indagine che, pur non vedendolo tra gli indagati, riporta agli atti una conversazione – in particolare – con uno dei principali indagati (l’imprenditore Giuseppe D’Amico) che ha suscitato la richiesta di chiarimenti da parte dei consiglieri Nicola Carullo, Salvatore Maluccio, Antonio Fortuna e Carmelo Disì.

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L’occasione è stata prontamente colta, nella serata di ieri, dallo stesso primo cittadino per rispedire al mittente ogni allusione e riaffermare la propria adesione ai principi di trasparenza e legalità nella gestione della cosa pubblica sia al Comune che alla Provincia di Vibo di cui è, com’è noto, il presidente.

In premessa l’intervento del capogruppo di maggioranza Francesco Chiarella ha ribadito la piena fiducia nei confronti di Solano.

«Se non fosse per il rispetto delle leggi e delle istituzioni – ha affermato – non saremmo qui a discutere con questa minoranza. Caro sindaco, non hai bisogno di solidarietà: la tua persona, per chi ti conosce, è solo da stimare. Questa maggioranza, ma, anche la stragrande parte dei cittadini ha sempre apprezzato la tua dirittura morale, il tuo disinteressato impegno, la tua autonomia e, soprattutto la tua umanità».

Quindi le ragioni della richiesta del Consiglio sono state evidenziate dal capogruppo di minoranza Carullo. In questi termini: «Siamo pervasi da tristezza e preoccupazione per le sorti del paese. Non è strumentalizzazione politica ma atto dovuto per un amministratore. Ciò che è emerso dai resoconti di stampa è un quadro che non è assolutamente confacente con il ruolo di sindaco e di presidente di Provincia. È una questione etica e morale: in circostanze simili l’amministratore coinvolto è sempre stato chiamato a rassegnare le dimissioni, anche perché si potrebbe configurare lo scioglimento del Consiglio. Pertanto le chiediamo un atto di responsabilità».

Della replica a tale richiesta si è fatto carico il vicesindaco Fortunato Cugliari. «Oggi pensavate di colpire con le vostre parole il sindaco e l’intera Amministrazione – ha chiarito -, ma vi consiglio vivamente di conservare questa enfasi per altri momenti. Esprimo solo dispiacere e vergogna di aver letto l’istanza presentata dai quattro consiglieri di minoranza e, in essa, un giudizio già definitivo atto a delegittimare la persona del sindaco. Questo gruppo ha scelto da che lato stare in tempi lontani quando, molti di noi erano in prima fila rischiando in prima persona per cercare di dare un futuro diverso al nostro paese. Noi non predichiamo la legalità, noi andiamo nella stessa direzione della legalità, senza se e senza ma» ha concluso.

Ferma anche la risposta del diretto interessato. «Non ho tempo per distogliermi dalla mia missione politica – ha annotato Solano -. Sono tanti gli impegni ed i programmi da portare a compimento. Il mio metro di misura è sempre stato, e sempre sarà, il rispetto della legge e dei miei ideali di giustizia e legalità. Con l’autonomia che mi ha sempre contraddistinto come amministratore e come persona continuerò a credere in un futuro migliore, in una società più giusta e più equa».

Quindi ha aggiunto: «anziché chiedere un Consiglio urgente avreste dovuto avanzare una richiesta di accesso agli atti al Comune e anche alla Provincia e constatare voi stessi come le accuse che oggi rivolgete non abbiamo alcuna ragion d’essere».

All’intervento di Solano è seguita la proposta di una mozione di sfiducia nei suoi confronti, avanzata e letta in aula dal capogruppo Carullo. Istanza rigettata dal presidente del Consiglio con l’invito ad attenersi al regolamento comunale che prevede il protocollo della mozione, sottoscritta da un congruo numero di consiglieri comunali, per l’inserimento all’ordine del giorno di un futuro Consiglio.

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