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L'Asp di Vibo Valentia

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VIBO VALENTIA – Su come procedere nel territorio vibonese con le vaccinazioni anti Covid l’Asp ha le idee chiare e si sta muovendo affinché tutto proceda nel migliore dei modi. Parola di Matteo Galletta, da 10 mesi direttore sanitario aziendale.

 Di questi tempi la principale domanda che tutti i vibonesi si fanno è: a vaccini come stiamo? Insomma, visto che il “Vaccino day” è stato nove giorni fa, quante persone sono state già vaccinate? E, soprattutto, quando e come si procederà alla tanto attesa vaccinazione di massa?

«Andiamo per ordine – risponde Galletta – e chiariamo subito che stiamo procedendo seguendo le linee nazionali e regionali secondo le quali la precedenza va al personale sanitario ospedaliero, ai vari livelli, e dei servizi accessori quali lavanderia, cucina, pulizie, vigilanza. Da parte nostra, come Asp abbiamo voluto dare la precedenza, naturalmente, a quanti di loro hanno maggiore contatto con i percorsi Covid. Dunque, il 27 scorso, giorno in cui è partita la vaccinazione in Italia e nella Ue, 30 nostri dipendenti, tra medici e personale sanitario in genere, hanno assunto il vaccino a Catanzaro, ma solo per meri problemi organizzativi. Abbiamo dovuto infatti far seguire al personale addetto un apposito corso di formazione a distanza con l’Istituto superiore di sanità, le vaccinazioni infatti devono essere effettuate nella maggiore sicurezza possibile. Oggi pomeriggio pertanto (ieri per chi legge, ndr) le operazioni proseguiranno qui in città, sempre per il personale sanitario».

 Le dosi che sono state già consegnate all’Asp e le altre che lo saranno nei prossimi giorni sono conservate all’ospedale Jazzolino, all’interno di un congelatore appositamente acquistato, visto che com’è noto questo tipo di farmaco va conservato a -80 gradi.

«Siamo partiti dall’ospedale della città, poi passeremo agli altri presidi del territorio, a cominciare da Tropea e Serra. Il secondo step riguarderà il personale delle altre strutture sanitarie territoriali quali ad esempio i poliambulatori. Insomma, andremo avanti finché tutti i nostri 1800 dipendenti saranno stati vaccinati».

Ipotizzare quando finirà questa fase, mette avanti le mani Galletta, è prematuro ma, visto che la seconda somministrazione (ne sono necessarie due, infatti) deve avvenire al 21esimo giorno dalla prima, si può sperare di concludere col personale entro i primi di febbraio. La terza fase interesserà gli ospiti e il personale delle residenze sanitarie per anziani, una decina in tutto. Finito questo si passerà alla vaccinazione di massa.

Come funzionerà in concreto, cosa dovranno fare gli utenti? In questa fase, spiega il Direttore sanitario, saranno coinvolti i medici di famiglia che individueranno le priorità tra i propri assistiti. «Stiamo già lavorando con loro per acquisire questi dati. Per quanto riguarda gli altri cittadini, abbiamo in mente di pubblicare sul nostro sito online una manifestazione d’interesse con cui ognuno possa comunicarci la sua disponibilità a vaccinarsi, una specie di prenotazione».

Inoltre, per venire incontro agli utenti che non hanno dimestichezza con la rete si sta valutando se sia il caso di attivare presso il Cup un numero dedicato per le prenotazioni del vaccino: «In tal modo potremo fare un calcolo del fabbisogno reale, provvedere per tempo e organizzarci adeguatamente».

 Il vaccino verrà somministrato presso l’ospedale Jazzolino ma «il governo ha previsto un bando europeo per il reclutamento di medici e infermieri che vaccineranno sul territorio. Questo però è ancora in divenire».

Facciamo ancora una previsione: quando terminerà nel Vibonese la vaccinazione di massa? «Lo dicevo prima, prevedere è difficile, un imprevisto infatti può sempre intervenire. Comunque, se tutto andrà liscio possiamo ipotizzare, realisticamente, che a settembre tutto possa essere concluso».

Per finire, Galletta si è già vaccinato? «Non ancora ma sono in lista e lo farò non appena sarà il mio turno. Approfitto dell’occasione per ribadire ai cittadini che vaccinarsi è l’unico modo sicuro per sbarrare la strada al Covid. Invito pertanto tutti a farlo, non appena sarà possibile, senza prestare orecchio alle farneticazioni dei cosiddetti “no vax”, le cui teorie, a differenza del vaccino, non hanno alcun fondamento scientifico. Agli utenti – conclude – verrà chiesto di compilare un modulo di anamnesi con le eventuali patologie di cui soffrono e sarà il medico che somministra il farmaco a decidere se sia il caso di farlo o meno»

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