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Federica Monteleone, morta a 16 anni il 26 gennaio 2007

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A GIORNI avrebbe compiuto 31 anni. Sì, perché era nata il 7 febbraio del 1991. Ma un amaro destino l’ha portata via il 26 gennaio del 2007. Quindici anni fa. E invece, oggi, si celebra un triste anniversario, quello della sua scomparsa a causa della malasanità.

Parliamo di Federica Monteleone, la giovane ragazza di Vibo Marina che morì a causa di un black out durante una banale operazione di appendicite presso l’ospedale Jazzolino di Vibo Valentia. Ed era il 19 gennaio del 2007 quando la giovane e bella ragazza entrò in coma. Venne trasferita immediatamente a Cosenza e per un’intera settimana si sperò nel miracolo. Il miracolo che si risvegliasse dal coma e ritornasse tra i suoi familiari, i suoi affetti, i suoi compagni di scuola che, proprio quel giorno, il 26 gennaio, erano nel cortile dell’ospedale in attesa di poterla riabbracciare. Ma non fu così. Una fucilata dritta al cuore fu la frase “Federica non ce l’ha fatta”, e tutte le speranze si sciolsero tra le lacrime di una mattinata fredda e piovosa, con il cielo grigio e nero come diventò il cuore dei 26 studenti della seconda F del liceo scientifico Berto, suoi compagni di classe.

A quindici anni da quell’amaro giorno, ritornano i ricordi e i pensieri si soffermano su quel che oggi avrebbe potuto essere diventata la giovane Federica. Lei amava la danza, amava la musica, amava scrivere, specie di giornalismo, amava la ricerca e diceva che da grande avrebbe voluto dedicarsi alla ricerca scientifica come Rita Levi Montalcini che teneva a modello. Si sarebbe sicuramente laureata, avrebbe ricoperto un posto importante nella società, perché era intelligente, studiosa e determinata. Forse avrebbe una sua famiglia, forse… tanti forse che non trovano risposte. 

In quel suo breve tempo di vita, sedici anni appena, ha illuminato il mondo intorno a sé, a casa, a scuola, ovunque si sia recata e tanto è bastato per lasciare indelebili orme su questa terra.  Quel suo destino, inaccettabile per noi uomini, di sicuro ha avuto un senso per il buon Dio. E oggi, 26 gennaio, il nostro “Ciao Federica”.

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