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VIBO VALENTIA – Un altro caso di presunte inefficienze nella sanità pubblica, dopo quello pubblicato dal Quotidiano del Sud nell’edizione di ieri, viene segnalato dai familiari di un bimbo di 11 mesi, gravemente ustionato: lamentano gravi ritardi nel trasporto del bambino presso il Centro grandi ustionati di Bari. «Il bambino – attacca visibilmente alterato P. C., 66 anni, ex militare in pensione, nonno del piccolo paziente – ha già i suoi problemi perché a suo tempo è nato prematuro. Avendo riportato, per un incidente domestico, ustioni di secondo grado su varie parti del corpo, l’abbiamo portato all’ospedale dove il primario pediatra Braghò si è subito dato da fare per stabilizzarlo, attivandosi nel frattempo per trovare un posto, interpellando i Centri grandi ustionati di tutta l’Italia meridionale». Alla fine il posto è stato trovato a Bari e pertanto il primario ha contattato l’elisoccorso che in meno di un’ora lo avrebbe portato a destinazione.

«Fatto sta che il tempo passava e nessun elicottero arrivava. Alla fine ci hanno detto che dovevamo aspettare alle 20». Poi finalmente il piccolo è stato portato da un’ambulanza del 118 all’aeroporto di Lamezia dove ad attenderlo c’era l’elicottero che in meno di un’ora l’ha portato a destinazione. Dal 118 così ricostruiscono la vicenda: «Verso le ore 13 – racconta Francesco Andreacchi, vice direttore del Suem e medico dell’elisoccorso – abbiamo ricevuto la richiesta di un trasporto, destinazione iniziale Napoli. Poco dopo però ci hanno comunicato che a Napoli il posto non c’era. A quel punto il primario Braghò ha chiesto al Centro di Bari. La risposta è stata di questo tenore: “portatelo qui, lo valutiamo e poi decidiamo il ricovero ma da quello che ci dite, però, è molto probabile che ve lo dobbiate riportare a Vibo”. Questa eventualità però non è contemplata nel servizio di elisoccorso: l’elicottero infatti si usa per trasportare un paziente ad un centro dove possa essere ricoverato, non è un taxi che porta la gente avanti e indietro…».

Braghò dunque è tornato alla carica con Bari e alla fine ha ottenuto il posto. Intanto però si erano fatte le 16.30, orario dopo il quale l’elicottero, secondo direttive interne, non può più volare da Vibo. I familiari accusano: «Si sarebbe potuto però portare il bimbo in ambulanza a Lamezia da dove poi volare per Bari ma nessuno evidentemente ci ha pensato». In ogni caso, anche il volo da Lamezia sarebbe stato impossibile per problemi di turni e di carichi di lavoro. Come informa infatti lo stesso Andreacchi, un pilota non può volare per più di 10 ore a turno. «Col primario Braghò, ci siamo dati da fare per organizzare il trasporto alle 19.30, dopo l’arrivo in servizio dell’equipaggio notturno. E così è stato».

Messo su un’ambulanza, il bimbo è stato portato all’aeroporto di Lamezia da dove è volato alla volta di Bari Palese, per essere poi preso subito in carico dall’équipe del Centro grandi ustioni. Va comunque precisato – conclude Andreacchi – che, grazie all’ottimo lavoro del primario Braghò, il bambino è stato subito stabilizzato e non ha mai corso pericolo di vita». Resta la rabbia dei familiari per le ore che il bimbo ustionato ha dovuto trascorrere in attesa del trasporto. «Valuteremo – conclude polemico il nonno – se recarci dai carabinieri a denunciare il tutto. Qualcuno dovrà darci spiegazione di questo enorme ritardo».

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