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VIBO VALENTIA – Passata la bomba d’acqua della scorsa notte (LEGGI) si fa inevitabilmente la conta dei danni. Soprattutto lungo la costa, fascia maggiormente colpita. Partendo dal capoluogo di provincia, l’area che ha risentito più di ogni altra la violenza del nubifragio è quella delle Marinate. Il Centro operativo comunale – riunitosi già da ieri sera al momento delle prime drammatiche informazioni sulle devastazioni -, stamani ha fatto il punto della situazione evidenziando uno stato dell’arte davvero allarmante.

A Vibo Marina, in su Via Parodi, è in corso un intervento per assicurare il normale deflusso delle abbondanti acque piovane; nella frazione Vena Media  è stata evacuata una abitazione; in località Cocari, alla periferia di Vibo, in prossimità del cantiere del nuovo ospedale, si è reso necessari un intervento del Comando dei Vigili del Fuoco. Resta monitorata la situazione della frazione Longobardi, dove si è proceduto all’evacuazione di un’abitazione mentre sono in corso interventi in località Gallizzi per lo smottamento di una strada. Tutte le persone in condizioni di disagio stanno ricevendo assistenza.

I lavori del Coc (convocato in via permanente), presieduti dal sindaco Maria Limardo, hanno riguardato la generale ricognizione di tutto il territorio comunale da parte degli operatori dislocati già dalle prime luci dell’alba. Una esaustiva relazione è stata fatta dall’assessore con delega alla protezione civile Giovanni Russo presente sui luoghi già dalla notte insieme con il personale tecnico comunale che, anche in questa occasione, ha manifestato spirito di abnegazione e attaccamento al lavoro. Sono tuttora incorso lavori di somma urgenza.

Il sindaco ha voluto ringraziare in particolare il Corpo dei Vigili del Fuoco i cui numerosi interventi nel corso della notte sono valsi  ad alleviare le situazioni di maggiore pericolo. «Un grazie anche alle altre Forze dell’Ordine per il costante monitoraggio a presidio del territorio. I nostri Vigili, sotto la guida attenta del comandante Tramontana, sono anche loro all’opera già da stanotte e sono a disposizione dei cittadini per ogni necessità».

Spostandoci in provincia, resta particolarmente delicata la situazione allo stabilimento di conserve alimentari “Giacinto Callipo”, a Maierato, di proprietà dell’imprenditore Pippo Callipo, il cui piazzale con le auto parcheggiate è stato completamente sommerso da un fiume di detriti e fango portati a valle dal costone sovrastante. Le ruspe già dal tardo pomeriggio di ieri sono messe all’opera e il lavoro è proseguito tutta la notte.

Allagamenti e strade invase dal fango anche nell’Angitolano e lungo la Statale 18 a Pizzo, nonché a Briatico e Sant’Onofrio, con alcune abitazioni evacuate in via precauzionale. I vigili del fuoco sono stati impegnati tutta la notte non solo per prestare soccorso ma anche per rimuovere gli alberi caduti. Allo stesso tempo carabinieri, polizia, finanza, i vari gruppi di protezione civile si sono adoperati senza sosta per tutta la notte, con le attività che sono ancora in corso.

A proposito dei danni all’azienda Callipo, Giacinto Callipo, amministratore dell’azienda, ha rimarcato come «il terribile nubifragio che ci ha colpito questa notte ha portato una valanga di fango e detriti in tutta l’area esterna del nostro stabilimento. Nonostante l’emergenza mondiale in corso, la nostra azienda stava comunque mantenendo la propria operatività per continuare a garantire gli approvvigionamenti alimentari. Ora ci troviamo ad affrontare questa ulteriore “prova”, una calamità naturale che ci ha colti di sorpresa e che ci costringerà, per qualche giorno, a fermare la produzione per ripristinare le aree di accesso allo stabilimento e per riparare i danni ai locali interni e ad alcune linee produttive. Stiamo comunque tutti bene e questa è senza dubbio la cosa più importante.  Da stanotte stiamo lavorando ininterrottamente con il supporto di tanti nostri collaboratori che sono qui con noi, in prima linea come sempre. È un’emergenza nell’emergenza, ma noi non molliamo e ci auguriamo di ripartire prestissimo» conclude Callipo

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