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VIBO VALENTIA – Altro che una Calabria completamente ferma al palo, “ingabbiata” dal passato e nel passato. Vibo Valentia e la sua provincia danno una lezione all’Italia, elevandosi ad esempio virtuoso di un Sud che sta sì camminando a passi veloci negli ultimi mesi, ma che ha necessità di correre a tempi record se vuole guadagnare, seriamente, il tempo perduto.

Tecnologia, innovazione e digitalizzazione sono le strade da percorrere senza sosta e con costanza. Questo concetto Vibo Valentia lo ha capito, almeno per quanto riguarda il settore turistico, e lo ha messo in pratica, adeguandosi anche a quel flusso di vacanzieri che in tasca hanno più carte che banconote e monete.

Contanti addio, l’ombrellone si paga con carte e smartphone anche in Calabria. Risultato? È stata l’estate record per i pagamenti digitali per Vibo Valentia. 

Insomma c’è un Mezzogiorno e, soprattutto, una Calabria che non ti aspetti quella che emerge dal report realizzato dall’Osservatorio Turismo Cashless realizzato da SumUp, fintech leader nel settore dei pagamenti digitali e soluzioni innovative cashless, che ha analizzato transazioni medie e valore del transato medio per commerciante registrati nel corso della stagione estiva (dal primo giugno al 15 agosto), da alberghi e altre strutture ricettive, operatori turistici, centri benessere, ma anche bar e ristoranti. C’è da dire che l’analisi è stata realizzata confrontando il periodo dal 1° giugno al 15 agosto degli anni 2019, 2020 e 2021. In generale avanza in maniera spedita soprattutto il Sud in Italia.

SumUp ha tenuto conto di un periodo durante il quale, per tutti e tre gli anni, non erano in atto lockdown, così da avere un’indicazione il più possibile realistica e indipendente da restrizioni legate al Covid-19 rispetto al cambiamento di abitudini di pagamento degli italiani. 

Ebbene da questa analisi viene proprio fuori che la città più cashless e digitale del Mezzogiorno è Vibo Valentia. È in atto una vera e propria rivoluzione che, dal Nord al Sud, tocca tutto il Belpaese, come si evince dal “podio” delle città in cui è risultato più alto l’utilizzo di pagamenti digitali durante l’estate: al primo posto compare Trieste, che ha scalato la classifica anno dopo anno (dal 25esimo posto del 2019); al secondo Livorno, che nel 2019 era addirittura al 46esimo. E poi ecco la calabrese Vibo Valentia che conquista la terza posizione, salendo di tre posti rispetto allo scorso anno.

Non ci sono più dubbi: il turismo in Italia è sempre più cashless e digitale: infatti il valore del transato medio cashless dei commercianti che operano nei settori turismo e ristorazione, dopo essere diminuito dal 2019 al 2020 del 9%, è lievitato nell’ultimo anno del 46% e, confrontando il 2021 con il 2019, si osserva un aumento del 32%. Un trend confermato anche dal numero medio di transazioni per esercente: i dati mostrano una crescita del 71% tra il 2020 e il 2021: tra il 2019 e il 2021, l’aumento è del 113%. Secondo il report l’utilizzo del cashless è sempre più in crescita per il comparto turistico e per la ristorazione: nell’estate 2021, il valore del transato medio per commerciante è cresciuto del 46% rispetto al 2020 e del 32% rispetto al 2019 (pre-Covid).  

“I numeri del turismo si inseriscono perfettamente nell’ambito della rivoluzione digitale che ha caratterizzato il Paese negli ultimi due anni, anche a causa della pandemia, e che ha avuto risvolti importanti, soprattutto per quanto riguarda i pagamenti” ha spiegato Umberto Zola, Country Growth Lead Italia di SumUp.  “Le soluzioni cashless sono sempre più apprezzate ed utilizzate sia da parte dei commercianti, che dei clienti, da un lato per la possibilità di integrare cassa fisica e online più facilmente, dall’altro per la sicurezza, poiché assicurano il distanziamento, evitano lo scambio di contanti e il crearsi di file e assembramenti in cassa – sottolinea Zola – È interessante notare come, con il passare del tempo, stiano diventando sempre più popolari e accettate anche da parte dei commercianti le transazioni digitali per cifre più piccole, dal caffè al bar, al noleggio dell’ombrellone”. Confrontando anno su anno l’andamento delle transazioni per i commercianti del turismo e della ristorazione, SumUp ha, infatti, registrato una diminuzione dello scontrino medio, mentre il numero di transazioni è cresciuto anche in modo significativo, assicurando così un valore di transato per esercente complessivamente maggiore.

In particolare, i bar mostrano lo scontrino medio più basso in tutti i periodi, con un decremento del 6% tra 2019 e 2020 e del 15% tra 2020 e 2021. Tuttavia, è il settore Turismo (b&b, agenzie viaggio, operatori turistici), ad aver registrato il maggior calo nello scontrino medio: -30% tra 2019 e 2020 e ulteriore -15% tra 2020 e 2021. Anche per i ristoranti si segnala un -11% tra il 2019 e il 2020, seguito da un altro calo tra il 2020 e il 2021 del 18%.

Unica eccezione è il settore hotel, che nel 2021 ha registrato una lieve crescita del prezzo medio dello scontrino (+3%), e una diminuzione del 14% sul numero medio di transazioni per esercente rispetto al 2020, probabilmente correlato alle restrizioni dovute all’emergenza sanitaria.

TURISMO INTERNAZIONALE

L’analisi di SumUp ha, inoltre, permesso di osservare l’andamento del turismo internazionale in Italia dal punto di vista della spesa effettuata tramite carte di credito estere. “La presenza di pagamenti ‘stranieri’ legati al turismo segue ovviamente il corso della pandemia: la più alta rappresentazione di carte di credito internazionali si è verificata in tempi pre-Covid tra aprile (39%), e ottobre 2019 (33%)” spiega Zola. Da quel momento in poi si è notata una diminuzione significativa, toccando il 7% nell’aprile 2020, con un primo miglioramento tra luglio e ottobre 2020 (con un 19% di pagamenti con carte di credito straniere ad agosto), ma nel dicembre 2020 si è tornati al 7%. Con l’arrivo dell’estate, dei vaccini e delle nuove regole per viaggiare, da maggio 2021 in poi il trend è stato nuovamente invertito, superando il 24% nell’agosto 2021. Di fatto, nel 2020 si era registrato un calo di quasi il 55% della quota di transazioni internazionali in Italia, mentre nel 2021 si è notato un aumento del 16% rispetto al 2020: una percentuale che racconta come il turismo stia naturalmente seguendo l’evoluzione della situazione sanitaria.

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