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I banchi dell'opposizione lasciati semivuoti in Consiglio comunale a Vibo

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VIBO VALENTIA – Il capogruppo non partecipa per protesta, il collega dello stesso partito invece è in aula.

L’ultimo atto di un partito ormai spaccato si consuma ieri mattina in occasione del Consiglio comunale sull’assestamento e variazione Bilancio e certifica inequivocabilmente ciò che il Quotidiano del Sud aveva rilevato appena poche settimane fa, nonostante le rassicurazioni del segretario provinciale, mentre quello cittadino è stato all’oscuro di tutto in entrambe le occasioni: le nozze tra Stefano Luciano e il Partito democratico sono ormai terminate.

Il capogruppo (ormai solo formalmente) del Pd ha infatti deciso di non partecipare ai lavori consiliari aderendo alla protesta promossa dalle consigliere (tra minoranza, gruppo misto e non meglio precisata collocazione in seno all’assemblea) Laura Pugliese, Lorenza Scrugli ed Elisa Fatelli.

Ai quattro iniziali si sono aggiunti poi i due pentastellati (Santoro e Pisani) e Pietro Comito (Concretezza). La motivazione risiede nell’atteggiamento assunto dall’Amministrazione, definito «arrogante e dispotico, che in barba al principio della democrazia, finisce per svilire il ruolo del consigliere comunale, determinando un Vulnus insanabile rispetto alle proprie prerogative. Non è la prima volta che talune pratiche di particolare importanza e rilevanza finiscono per arrivare direttamente in Consiglio senza passare per le Commissioni, precludendo di fatto ai consiglieri la possibilità di apportare contributi anche migliorativi rispetto alle originarie proposte, oltre che consentire di essere messi nelle condizioni di esprimere un voto consapevole, o di valutare la vera e propria legittimità degli atti stessi. Anche in questo caso infatti viene ad essere celebrato un Consiglio, a distanza di soli nove giorni rispetto all’invio delle pratiche».

Decisione diversa, come detto, quella del collega Stefano Soriano che ha appreso della scelta del suo capogruppo soltanto ieri mattina senza tuttavia seguirne la decisione, ma anzi il contrario. Ed è la seconda volta che Soriano (e in generale il Pd di Vibo) si ritrova col cerino in mano, visto che già in occasione della conferenza stampa sul bilancio di due settimane addietro convocata dagli stessi Luciano e Pugliese, ha appreso della circostanza, solo informalmente, poche ore prima (così come il segretario cittadino e quello provinciale avvisati in questo caso in modo diretto ma solo nel pomeriggio del giorno precedente, mentre alla stampa era stata annunciata almeno 72 ore prima).

E pare si stia andando incontro alla nascita, nell’emiciclo cittadino, di una entità composta tre fedelissime della passata Giunta Costa e di un ex componente della stessa; ma più in generale sembra di essere in presenza della ricostituzione di quella “Vibo Unica”, Luciano, Pugliese e Scrugli, che a guida del primo aveva sostenuto la scorsa Amministrazione, salvo poi farle venire meno il terreno sotto i piedi. E che l’architetto di tutto questo sia lo stesso avvocato Luciano, sono in molti a ventilarlo all’interno del Consiglio. Ora si attende la risposta del partito, se mai vi sarà, ma ormai lo strappo tra il professionista vibonese e il Pd è netto. E insanabile.

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