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Palazzo dei normanni sede dell'amministrazione comunale di Mileto

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MILETO – Lo scorso 15 ottobre, con la sentenza del Tar Calabria che rigettava il ricorso presentato da Gianfranco Mesiano e Vincenzo Nicolaci (LEGGI) teso ad annullare, in sostanza, l’esito elettorale dello scorso maggio, sembrava che sulla vicenda del nome in più attribuito a Mesiano sui manifesti elettorali si fosse scritta la parola fine.

Ma così sembra non sia.

Pare, infatti, che sia stato già predisposto, ma in questo caso dagli avvocati del solo Nicolaci mentre Mesiano avrebbe preferito non proseguire in questa battaglia legale, un nuovo ricorso, questa volta al Consiglio di Stato, con l’obiettivo primario di annullare la decisione del Tar e con essa accogliere anche la conseguente istanza di annullamento del verbale di proclamazione degli eletti in seno al consiglio comunale decretando l’annullamento della sessione elettorale.

Il nuovo ricorso sarà presto depositato in cancelleria (potrebbe in realtà già essere stato deposito in queste ultime ore) e punta ancora il dito contro la presunta confusione generata nell’elettore dalla presenza, erronea, di un secondo nome (Vincenzo, ndr) in realtà inesistente in capo al candidato a sindaco Gianfranco Mesiano.

Lo scorso 15 ottobre il Tar Calabria aveva rigettato il ricorso avendolo ritenuto inammissibile perché presentato oltre il termine massimo di 30 giorni previsto in questi casi.

Ma il ricorso di Nicolaci parte proprio dal contestare questo presunto termine che, a dire dei legali dell’ex consigliere comunale, non sarebbe da ritenersi applicabile al caso di specie.

I legali effettuano una articolata spiegazione di questa tesi utilizzando le medesime sentenze che il Tar ha posto a base della propria decisione, concludendo che la stessa sentenza sarebbe gravata da una «evidente illegittimità» tanto in rito quanto nel merito.

In sostanza, comunque, l’obiettivo di questo nuovo ricorso sta, ancora, nel tentare di ottenere l’annullamento delle elezioni del maggio scorso con conseguente commissariamento dell’ente fino alla prima sessione elettorale utile.

A questo punto, nuovamente l’amministrazione guidata dal sindaco Fortunato Salvatore Giordano si trova ad operare con una spada di Damocle pendente sulla propria testa e il rischio che per via giudiziale possa essere cancellata la vittoria elettorale ottenuta appena cinque mesi fa riportando, per l’ennesima volta, l’amministrazione della città normanna nella mani di un commissario.

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