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Il centro per l'Impiego di Vibo Valentia

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«NON è assolutamente vero che siamo rimasti inerti come afferma la Cgil, il problema semmai si è posto perché siamo in attesa di risposte dal ministero».

Non si è fatta attendere la replica del sindaco Maria Limardo alle accuse del sindacato confederale a seguito della decisione della Regione – segnatamente per la sicurezza sui luoghi di lavoro, Salvatore Lopresti – di chiudere fisicamente i locali del Centro per l’Impiego di via Fortunato (LEGGI), con i dipendenti che tuttavia, potranno effettuare attività in smart working, anche se questo finirà col creare non pochi problemi all’utenza. Il 21 luglio scorso la Regione ha comunicato il preavviso di chiusura del Centro per le gravi carenze igienico-sanitarie riscontrate, dando ulteriori 15 giorni al Comune – che nel 2019 aveva chiesto una proroga – per ottemperare ma nessun riscontro è pervenuto e pertanto si era adottata la decisione di chiudere la sede.

Ma perché si è arrivati a questo punto? In buona sostanza, il Comune, in base a quanto riferito dal primo cittadino, non ha nella propria disponibilità locali idonei per poter ospitare i dipendenti e consentire il rispetto delle procedure di sicurezza degli stessi nonché dell’utenza e non necessariamente legate all’emergenza Covid.

Quindi? Due le strade: individuare una nuova sede da prendere in affitto o ammodernare quella esistente. Ma con quali risorse? Palazzo Razza, come ben si sa, non ha liquidità in cassa. E sul punto è sempre il sindaco Limardo a fare chiarezza: «Abbiamo una interlocuzione con la Regione Calabria e col ministero del Lavoro che stanno varando un piano di contributi per acquisto di immobili o di messa in sicurezza di quelli esistenti».

 Per quanto concerne, infine, la tempistica, ancora non vi sono date certe anche perché tutto dipende dal piano di riparto ministeriale, ma non è peregrino ritenere che possano passare diverse settimane, poi c’è tutto l’iter procedurale e burocratico da seguire. Insomma, nel periodo, lavorativamente parlando, tra i più caldi dell’anno (vista la scadenza dei contratti degli stagionali), questa ulteriore situazione finirà inevitabilmente ad aggravare i disagi già esistenti presso il Centro per l’impiego.

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