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La riunione dell’Ato tenutasi ieri pomeriggio a Palazzo Luigi Razza

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VIBO VALENTIA – Anni di rinvii, proroghe, sedute sciolte per mancanza del numero legale. Adesso, però, l’Ato di Vibo Valentia si è finalmente determinato, ed andrà avanti in due direzioni. La prima porta verso la creazione di un eco-distretto a Sant’Onofrio, con l’approvazione del Dip ed il conseguente affidamento dello studio di fattibilità ad Invitalia che, qualora dovesse avere esito positivo, determinerebbe la produzione del progetto preliminare e di quello esecutivo. In tal senso c’è in ballo un finanziamento da ben 42 milioni di euro, che consentirà di creare un impianto di trattamento ed una discarica di servizio. I tempi, in questo caso, sono di circa 5-6 anni, come confermato nel corso della riunione dei sindaci del Vibonese tenutasi ieri nella sala consiliare di Palazzo Luigi Razza.

Tempi lunghi, dunque, che però portano alla seconda strada, verso Dinami, relativa alla creazione di un impianto totalmente “Green” ed utile per il trattamento dei rifiuti organici con centro di compostaggio (ed annesso vivaio), un vetrificatore e una discarica di servizio che, rispettando un ciclo virtuoso, consentirebbe una “copertura” per i comuni vibonesi di 50 anni. Va sottolineato che, in questo caso, si tratta di un impianto pubblico. Cosa vuol dire? Avere la strada spianata verso la autosufficienza, tenendo conto anche delle recenti disposizioni della Regione Calabria e, soprattutto, il costante aumento dei prezzi per il trattamento dei rifiuti presso altri impianti fuori provincia. Ma non sarà tutto rose e fiori, perché se da un lato l’assemblea si è lasciata andare ad un applauso liberatorio per i traguardi raggiunti, e soprattutto per la sinergia (finalmente) ritrovata, dall’altro quanto detto all’inizio della seduta dal sindaco del Capoluogo e presidente dell’Ato, Maria Limardo, deve far riflettere.

E sì, perché «l’estate si prospetta complicata», ha asserito durante le comunicazioni iniziali. «A Vibo Valentia con molti sforzi, grazie al prezioso lavoro dell’assessore all’Ambiente, Vincenzo Bruni, siamo arrivati dal 44% al 68%. La Regione, però, ci impone come comunità di arrivare al 65% entro l’anno», ha asserito. Insomma, si rischia anche per la prossima estate di ritrovarsi con le discariche “ingolfate” a causa della riduzione della volumetria, disposta dalla Regione per il territorio vibonese, e che di conseguenza determinerebbe la possibilità di vedere cumuli di rifiuti nelle strade. «E questo interessa soprattutto i centri costieri, che in alcuni casi si ritrovano durante la bella stagione a veder decuplicata la popolazione. Serve, dunque, sensibilizzare i cittadini e puntare sulle grandi utenze, esattamente come fatto a Vibo», ha continuato il sindaco Limardo.

In tal senso, ha annunciato la creazione di un coordinamento “ristretto” per scongiurare eventuali disservizi che certamente possono influire sull’indotto turistico, principale fonte di sostegno per i comuni della costa vibonese. Ritornando alla questione ecodistretto a Sant’Onofrio, l’essersi affidati ad Invitalia «è la dimostrazione delle nostre intenzioni di perseguire obiettivi come legalità e trasparenza», ha detto in un accorato messaggio finale il presidente dell’Ato. Anche avere la possibilità di creare un centro all’avanguardia dal punto di vista dell’eco-sostenibilità, testimonia la voglia di superare un’impasse quasi sfiancante che va avanti da troppi anni.

L’assemblea ha deciso di determinarsi, ma tra il dire e il fare ne passa. Per questo motivo il fatto di puntare su Dinami, con un impianto finanziato da fondi regionali e comunitari diversi dai 42 milioni per l’eco-distretto di Sant’Onofrio, porta ad una iniziale autosufficienza che consentirebbe ai comuni di risparmiare anche fior fior di quattrini. L’autosufficienza nella gestione dei rifiuti verrà completata proprio con il progetto di Sant’Onofrio, sul cui sito, però, la Regione aveva segnalato la presenza di vincoli ostativi di carattere ambientale, che potrebbero essere superati.

Cosa resta? Sicuramente le lungaggini burocratiche che rallentano processi già approvati da una assemblea che, dopo anni di dibattiti, sembra avere “trovato pace”. Adesso bisognerà “convincere”, e questo tocca soprattutto ai sindaci Gregorio Ciccone e Onofrio Maragò, i cittadini scettici.

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