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IL Natale in Calabria è più buono e dolce con le tradizioni gastronomiche. Ha tutto il sapore del sud il torrone con mandorle e miele, rigorosamente prodotto a Bagnara Calabria, un classico per le tavole calabresi molto gradito anche alla regina Margherita, al punto da fregiare l’azienda che glielo fece avere con un gioiello reale nel 1889. Il segreto è usare materie prime di qualità e osservare un disciplinare rigido, da pochi anni infatti il torrone di Bagnara ha avuto il riconoscimento Igp dall’Unione europea.
Una versione diversa di torrone è quella di Soriano Calabro, centro del vibonese, dove al posto delle mandorle, elemento per ricchi nell’Ottocento, è stata sostituita l’arachide. Della stessa zona sono famose le susumelle, biscotti secchi ricoperti di cioccolato. La tradizione gastronomica ingolosisce tutti, grandi e piccini, da nord a sud della regione. 

Se a Reggio Calabria resistono i petrali, dolci a forma di mezzaluna con un ripieno di fichi e cioccolato, sui monti della Sila il piatto dolce tipico è la pitta ‘mpigliata, fatta con una pasta ripiena di frutta secca e impreziosita con il miele a filo. 

Tipici delle zone dell’Esaro e del Crati sono le scaliddre, pasta dolce glassate nel miele oppure nel naspro (acqua e zucchero a velo lavorati), mentre i turdiddri vengono ricoperti col miele di fichi. Altro piatto che non può mancare sono le chinulille, pasta fritta a forma di mezzaluna con ripieno di mostarda o ricotta nelle loro versioni più tradizionali.

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