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Il carcere di Vibo Valentia

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VIBO VALENTIA – L’emergenza Coronavirus imperversa in tutta Italia ed uno dei luoghi in cui è più delicata la situazione è di certo il carcere. Non più tardi di una settimana fa, infatti, in diversi penitenziari d’Italia sono scoppiate rivolte in alcuni casi finite in vere e proprie evasioni causando ulteriore tensione nella popolazione.

Del resto il ruolo dell’agente di polizia penitenziaria in questo momento ha una estrema problematicità: si tratta di un lavoro non “spostabile” attraverso lo smart working e, allo stesso, tempo ad alto rischio indiretto. Infatti l’agente potrebbe diventare, suo malgrado, un possibile rischio per i carcerati, è infatti l’unico elemento esterno che in questo momento ha accesso al carcere visto che i colloqui e le visite di persona sono sospesi, ma è anche per le proprie famiglie in quanto costretto ad uscire ogni giorno ed entrare in contatto con altre persone.

In questa situazione drammatica spicca il Carcere di Vibo Valentia, da sempre considerato un modello per l’applicazione piena delle regole, che oltre a non aver sperimentato in questi giorni alcuna rivolta tra i detenuti è anche riuscito a garantire un sistema di colloquio tra detenuti e familiari.

Ad esprimere la gratitudine nei confronti degli agenti e la segreteria provincia del Sappe, uno dei sindacati maggiormente rappresentativi della polizia penitenziaria, «ad una settimana esatta dall’inizio delle rivolte carcerarie – si legge in una nota a firma del segretario provinciale Francesco Ciccone – che hanno dimostrato a tutta Italia la necessità di rinforzare il Corpo di Polizia penitenziaria, allo scopo di garantire maggiore ordine e sicurezza all’interno degli istituti, a vantaggio della intera collettività, ivi compresi quei detenuti che hanno iniziato un percorso di risocializzazione, pare doveroso porgere un accorato ringraziamento al Reparto di Polizia penitenziaria di Vibo Valentia».

Francesco Ciccone

Ciccone evidenzia come «sarebbe stato facile restare a casa, in un momento in cui l’emergenza sanitaria mondiale, con pandemia in atto, ha imposto a tutti i cittadini”normali” di rinchiudersi nelle proprie abitazioni. Sarebbe stato facile restare a casa, dopo aver osservato terrificanti rivolte in decine e decine di penitenziari in cui, ai timori per il coronavirus, alla sospensione dei colloqui familiari, hanno fatto seguito rivolte e devastazioni da parte di delinquenti che hanno fatto emergere il probabile fallimento di un intero sistema penitenziario», tuttavia «ill Reparto di Polizia penitenziaria di Vibo Valentia, compattatosi oltremodo, ha lavorato garantendo maggiore presenza e impegno oltre l’ordinario e con la solita professionalità, oltre che con straordinario spirito di sacrificio, ha contribuito con fermezza, ma allo stesso tempo riuscendo a garantire ai ristretti quando previsto nei decreti di recente emanazione, al mantenimento dell’ordine e della sicurezza all’interno dell’istituto, in cui finora non è stato registrato alcun disordine».

Il segretario del Sappe, inoltre, ha voluto segnalare «la compostezza dei detenuti che, in larga parte, hanno compreso la straordinarietà del momento, dimostrando senso di responsabilità», aggiungendo «è da evidenziare, infine, che il Reparto è riuscito a creare una sinergia con tutte le Aree, in particolare con quella Sanitaria, al fine di poter superare il problema. È intenzione di chi scrive, conclude, ringraziare pubblicamente il Reparto di Polizia penitenziaria di Vibo Valentia, con l’auspicio che dai superiori uffici possa continuare, senza ritardi, la dotazione di DPI per fronteggiare l’emergenza sanitaria in corso».

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