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FILOGASO – Come nelle favole più belle, il protagonista di questa storia si riscatta da una condizione di profondo disagio e rinasce a nuova vita. Ricorda da vicino la metafora del brutto anatroccolo, la storia che arriva dal piccolo centro dell’entroterra Vibonese su un cucciolo di cane, un meticcio di nome Blu, unico superstite di una cucciolata randagia, salvato da una combattiva volontaria Enpa e in seguito adottato da una famiglia del Nord Italia. Come il protagonista della celebre fiaba di Andersen, Blu, prima abbandonato a se stesso e poi protetto da amorevoli cure, non solo si rimette “in piedi” ma diventa un campione di bellezza, conquistando il primo premio di una mostra canina in quel di Parma nella categoria “Cane più bello”. 

Il più classico dei finali per una storia iniziata male, che rivela la cruda realtà di un problema serissimo troppo spesso trascurato dalle istituzioni: quello del randagismo. Come sostiene Natalie Barba, la volontaria che ha salvato Blu e che ogni anno si prende cura di decine e decine di randagi, soccorsi e mantenuti a proprie spese fino a quando non si riesce a darli in adozione, quasi sempre a famiglie del Nord Italia. Un’autentica migrazione canina. «Ogni settimana – dice Natalie – tre o quattro furgoni autorizzati caricano centinaia di animali salvati dai volontari e li portano per ore e ore nel viaggio verso la speranza. Chissà quando la terra che li ha visti nascere (e che ne ha fatti nascere troppi per colpa di istituzioni e privati che non sterilizzano) capirà che i suoi randagi non sono solo una seccatura da eliminare, ma che, invece, in altre parti d’Italia suscitano batticuori, amore, allegria. Che là li tengono sul divano e qua, troppo spesso, alla catena. Per essere cinici, i randagi del Sud sono un’eccellenza del territorio, richiesta in tutta Italia. Quando ce ne accorgeremo e ce la terremo stretta questa risorsa, invece di farcela scappare come troppe altre risorse del Sud?». 

Quello dell’emigrazione forzata è lo stesso destino toccato a sette fratelli di Blu nati da una seconda cucciolata di Celeste, randagia che, nonostante le segnalazioni dell’Enpa, non è stata mai sterilizzata dal Comune. Tutti adottati al Nord. «E lì che li aspettano le loro nuove famiglie – continua Natalie -, le stesse che con voce emozionata ci telefonano dieci volte per sapere se va tutto bene, se ci sono dei problemi, se la data di arrivo è confermata. Li vedono sullo schermo del computer quei musini che noi salviamo con fatica, sudore, benzina, chilometri, veterinari, ansie. Li vedono e li vogliono con sé, per amarli e proteggerli loro. Soprattutto li vogliono salvare da questo Sud che non li vuole. È la realtà, da noi volontari non arrivano belle notizie e belle immagini. Troppe creature violate, non volute, che affollano i canili o strisciano contro i muri con l’andatura guardinga di chi la mano umana non l’ha conosciuta per le carezze». Poi però arrivano anche notizie come quella di Blu che vince «il premio del cucciolo più bello ad una manifestazione di beneficenza a Parma» e queste sono le gratifiche più belle per i tanti volontari come Natalie. Che conclude, con emozione, «tra tutti ha vinto proprio un cucciolo di Filogaso». Quello che da noi nessuno ha voluto. 

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