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Il vescovo Renzo durante una celebrazione a Paravati

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MILETO – Era attesa la conferenza stampa del vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, Luigi Renzo, convocata dopo che lo stesso aveva scritto ai Cenacoli di preghiera del Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle anime (LEGGI LA NOTIZIA) per chiarire quello che è accaduto negli ultimi giorni nel rapporto con la Fondazione. Era molto attesa dalla stampa ma anche dai fedeli che hanno a lungo atteso la possibilità di ascoltare dal pastore della diocesi le motivazioni che hanno portato a quello che è stato un vero e proprio terremoto nella Fondazione Cuore Immacolato di Maria rifugio delle Anime con la revoca dell’approvazione dello statuto dell’ente di religione e di culto (LEGGI LA NOTIZIA).

«Avete tutti assistito – ha esordito davanti alla stampa Luigi Renzo – a questo rapporto altalenante tra diocesi e fondazione come se ci fosse chissà quale attacco alla fondazione, in realtà io chiedevo in questo momento storico in cui l’opera di Natuzza ha bisogno di avere un respiro ampio e vero che non fosse soltanto dipendente da una Fondazione che essendo di religione e culto riconosciuta dal vescovo non ha un ruolo privato ma ha un ruolo pubblico perché il riconoscimento del vescovo la inserisce in un ruolo ecclesiale».

Il vescovo ha messo in luce come dopo gli ultimi avvenimenti, e soprattutto dopo la votazione dell’assemblea che ha bocciato le modifiche richieste allo Statuto (LEGGI DEGLI ESITI DELL’ASSEMBLEA DEL 22 LUGLIO), la decisione di revocare l’approvazione dello Statuto sarebbe stata una scelta obbligata «dopo due anni di tira e molla con il Consiglio di Amministrazione e poi con la presa di posizione dell’Assemblea, non potevo non intervenire: Se voi il vescovo non ce lo volete allora me ne esco e me ne esco a tutti gli effetti perché io ho chiesto che fosse riconosciuto all’interno dello Statuto il ruolo del vescovo».

Riguardo quanto accaduto durante l’assemblea della Fondazione, inoltre, il vescovo ha reso nota una lettera, inviatagli dall’ex presidente don Pasquale Barone e dal tesoriere padre Michele Cordiano, con cui i due sacerdoti, dando seguito ad una esplicita richiesta del vescovo Renzo, hanno fatto ammenda di quanto accaduto il 22 luglio: «Avrei voluto che fossero stati loro due a renderla pubblica, comunque l’assemblea è accusata di insubordinazione al Papa e alla Chiesa e di eresia proprio per quella circostanza in cui hanno insistito sul fatto che Natuzza è messaggera di Dio, è messaggera della Madonna che le è apparsa e quindi è esecutrice di un ordine divino a prescindere dal vescovo e questo Natuzza non se l’è mai sognato di dirlo. Questa è un’eresia. Siccome loro avrebbero dovuto chiarire queste cose e non l’hanno fatto anzi hanno votato negativamente ponendosi in maniera assoluta contro il vescovo e contro la chiesa. Alla luce di questo ho chiesto che prendessero le distanze da quelle che sono state le determinazioni dell’assemblea. Loro hanno chiesto, lo dico perché mi hanno autorizzato a farlo, perdono, hanno preso le distanze. Non so se è leale e sincero visto quello che sta succedendo dopo però almeno sul piano formale hanno chiesto perdono».

Monsignor Renzo, poi precisa che il ruolo del vescovo «non è appropriarsi della Fondazione ma, proprio perché è Fondazione di religione e culto il ruolo del vescovo è fondamentale, non c’è chiesa senza il vescovo e siccome la Fondazione si identifica di religione e culto se vuole essere nella chiesa deve essere legata al vescovo. Non si può pretendere l’approvazione del vescovo e poi tenerlo fuori».

Il presule ha voluto anche ribadire come «i cenacoli di preghiera sono altra cosa rispetto alla Fondazione, hanno un loro statuto, sempre approvato dal vescovo, che è autonomo. Certo sono legati alla Fondazione ma questo non pregiudica che debbano e possano continuare ad operare anzi è quella la ricchezza dell’opera di Natuzza, è su quello che noi dobbiamo puntare ed io su quello voglio soprattutto puntare».

Le modifiche allo Statuto della Fondazione

Il vescovo ha poi voluto precisare come le richieste avanzate alla Fondazione di modifica dello statuto erano dirette esclusivamente a riconoscere un ruolo al vescovo. Attualmente lo Statuto prevede solo la presenza del vescovo nel Cda come membro di diritto. «Già dieci anni fa – spiega Renzo – al mio primo Cda ho fatto notare subito l’incongruenza in cui il vescovo è membro di un consiglio il cui presidente è un sacerdote mio subalterno: è impensabile, semmai mando un delegato». Se allora «per amore di pace» il presule non è andato oltre, «a questo punto non può andare avanti questa condizione perché a questo punto è l’opera che deve prendere piede e deve guardare al futuro, io non posso tirarmi indietro non sarebbe giusto da parte mia e sarei io ad essere richiamato dall’alto qualora non insistessi su questi aspetti: la pastorale e il culto sono di pertinenza esclusiva del vescovo».

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Il vescovo ha chiarito poi che «nel nuovo statuto ho chiesto due cose: la modifica dell’articolo 3» in cui viene prevista la rettoria della chiesa «in vista anche di una sua eventuale elevazione a santuario diocesano ad opera dell’ordinario diocesano, non è la Fondazione che dice che sarà un santuario ma è il vescovo che la promuove a santuario», e soprattutto in cui deve essere previsto che «la cura e la gestione della chiesa saranno di esclusiva pertinenza della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, regolamentate tramite la stipula del disciplinare pubblico», mentre «la proprietà e la manutenzione ordinaria e straordinaria dell’intero complesso restano in ogni caso della Fondazione».

L’altra variazione proposta riguardava la formazione del Cda all’interno del quale il vescovo ha chiesto l’inserimento di tre suoi delegati e la rimozione dei membri di diritto (vescovo e parroco): «Io chiedo – ha spiegato Renzo – che sia il vescovo a nominare tre delegati».

Terzo nodo riguarda l’articolo 2 in cui figura il testamento spirituale di Natuzza che «deve sparire del tutto». E questa indicazione giunge direttamente dalla Segreteria di Stato, a firma di Angelo Becciu, Sostituto per gli affari generali della Segreteria di Stato, che spiega che «si dovrebbe eliminare completamente l’articolo 2 che, eventualmente, potrebbe costituire una premessa dello statuto o del regolamento». Inoltre, la Congregazione per il Clero in un’altra missiva, evidenzia come nel diritto canonico le persone giuridiche «sono costituite dall’autorità ecclesiastica, agiscono in nome della chiesa e svolgono una funzione in ordine al bene pubblico». Sotto questo profilo il vescovo Renzo si chiede: «Come posso consentire ad una Fondazione privata di agire in nome della Chiesa? Non è possibile una cosa del genere, io non posso abdicare al mio ruolo, sarebbe tradire il mio compito di vescovo. Praticamente la Fondazione mi sta dicendo: tu non devi fare il vescovo, e non è possibile una cosa del genere».

La Fondazione è canonicamente inesistente

«La Fondazione Cuore Immacolato di Maria ad oggi canonicamente è inesistente, avendo revocato il decreto di approvazione, ma io proprio per restare aperto ad un recupero del rapporto ho inserito la trasmissione del decreto al ministero dopo 30 giorni dall’adozione perché a me interessa recuperare il rapporto e creare un clima di collaborazione e intesa finalizzato a salvaguardare e diffondere l’opera di Natuzza, questo è fondamentale. Quello che resta in bilico è l’aspetto civilistico: il decreto del vescovo è quello che è stato riconosciuto dal ministero dell’Interno per cui se cade il decreto del vescovo cade anche il riconoscimento civile e questo discorso io l’ho fatto ampiamente». Per evitare una situazione del genere «nel decreto di revoca ho inserito che entro 30 giorni avrei comunicato agli organi superiori, è una finestra aperta che lascio e siamo sulla strada buona».

Se ci saranno le modifice allo Statuto chieste allora il vescovo procederà all’emissione di un nuovo decreto di approvazione. «A me basta che salvino quei punto il resto non mi interessa, il ruolo del vescovo all’interno della Fondazione è fondamentale».

Nel frattempo, il doppio appuntamento per capire meglio il futuro dell’ente è per il 21 agosto con l’incontro tra il vescovo e il Cda della Fondazione e per il 23 agosto anniversario della nascita di Natuzza Evolo con la messa nel parco della Villa della Gioia presieduta proprio dal vescovo Luigi Renzo.

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