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La folla presente a Paravati durante la cerimonia

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MILETO – Il Grande giorno, quello più atteso, quello auspicato, sperato, invocato dai fedeli che da ogni parte del mondo vedono nella figura della mistica di Paravati Natuzza Evolo, deceduta il primo novembre 2009 ad 85 anni, una guida e un riferimento spirituale, è arrivato.

Nella spianata all’interno della Villa della Gioia, il complesso architettonico a sfondo assistenziale e religioso gestito dalla Fondazione Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle anime, ente ispirato dalla stessa Natuzza, si è svolta la celebrazione eucaristica cui è seguito il vero e proprio insediamento del tribunale ecclesiastico diocesano che dovrà valutare atti, documenti e testimonianze ai fini della beatificazioni e canonizzazione della donna di fede di Paravati. Il che in altre parole vuol dre che da oggi si è ufficialmente aperta la causa di beatificazione di Natuzza Evolo.

Il Tribunale è stato costituito lo scorso 13 dicembre e annunciato pubblicamente a febbraio (LEGGI) ma oggi è ufficialmente entrato nel pieno delle sue funzioni con il giuramento e la presa in consegna dell’incarico durante la prima seduta pubblica.

«La celebrazione – ha spiegato il vescovo – avrebbe dovuto svolgersi nella nostra Basilica Cattedrale», tuttavia a causa della notevole partecipazione, erano presenta migliaia di fedeli arrivati da tutta la regione e anche oltre, per motivi di sicurezza e per consentire a tutti di poter assistere in diretta alle operazioni, d’accordo col Postulatore don Enzo Gabrieli, ho ritenuto di derogare alla norma per trasferirci in assemblea qui alla Villa della Gioia (LEGGI LA NOTIZIA). Di questo ringrazio anche la Fondazione che ci ha consentito di tenere qui questa storica assemblea».

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Dopo i ringraziamenti di rito alle autorità religiose, civili e militari presenti, il presule ha rimarcato come sia necessario sentirsi «tutti ringraziati perchè, proprio grazie a tutti voi, stasera possiamo vivere insieme questo evento che fa onore e nobilita Paravati, la Chiesa di Mileto-Nicotera-Tropea, la Calabria, la Chiesa tutta. L’evento che stiamo vivendo è un momento straordinario, che coinvolge tutta la Chiesa in quanto la Santità è prerogativa della Chiesa e non è mai un fatto privato. E noi siamo qui come Chiesa una, santa, cattolica e apostolica a rendere onore a Natuzza».

Il vescovo ha anche ricordato le sue precarie condizioni di salute che hanno rischiato di impedire lo svolgimento della cerimonia di insediamento aggiungendo che è grazie a Natuzza se ciò non è accaduto. «Vi assicuro che oggi non sarei stato qui e non avremmo potuto aprire la causa senza il suo concreto ed avvertito aiuto. Stava per saltare tutto per alcune complicazioni che si erano frapposte a causa dell’intervento chirurgico che nei giorni scorsi ho dovuto sostenere a Bologna. Mi son visto quasi perduto quando alla fine di febbraio da Bologna mi chiesero nuovi esami clinici che comportavano tempi lunghi. Il tempo stringeva e non sapevo come risolvermi. Ho chiesto a lei di aiutarmi a risolvere il problema, se non voleva che saltasse tutto. Devo riconoscere che non si è fatta pregare perché ho trovato tutte le porte aperte e la massima collaborazione. In una settimana ho fatto tutti gli esami grazie alla disponibilità dei medici di Vibo e di Catanzaro, a cui mi sono rivolto anche tramite amici. Ed eccomi qui, grazie al Signore ed a Mamma Natuzza».

Inoltre,il presule ha puntualizzato che solo «quando arriverà il decreto del Papa di riconoscimento delle sue virtù eroiche, potremo parlare della Venerabilità della nostra Mistica. Prima non è consentito alcun segno di pubblica venerabilità. Il farlo potrebbe essere rischioso per l’esito stesso della causa. Oggi quindi non dichiariamo Natuzza beata, ma poniamo i primi passi verso il traguardo. Intanto quel che conta è partire ed è significativo che questo avvenga in tempo di Quaresima, un tempo che in vita ha segnato particolarmente la carne di Natuzza, fino ad una quasi sua immedesimazione col Crocifisso».

Monsignor Renzo è poi passato ad affrontare il tema della santità ricordando che «il santo prende sul serio il Vangelo e lo vive senza lasciarsi plagiare dalle cose mondane. Anzi, come ci dice S. Paolo, le ritiene “spazzatura” e zavorra non necessaria. Natuzza è vissuta con questo stile di distacco e di umile abbandono nelle mani del Signore. Ci ha lasciato la sua testimonianza di donna, di mamma e di cristiana innamorata di Gesù, al punto da sacrificare tutto a questo scopo. La sua vita è stata una lettera scritta nella sofferenza e nell’amore obbediente al Signore dentro la Chiesa».

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DEL TRIBUNALE ECCLESIASTICO DIOCESANO

Ora, individuare quali siano gli insegnamenti che lei ci ha lasciato e quali siano «le virtù che l’hanno caratterizzata fino all’eroismo», sarà compito del «Processo che stasera formalmente dichiaro aperto. Sarà cura responsabile dei membri del Tribunale, che fra poco faranno pubblico giuramento di fedeltà, a provvedere ascoltando con pazienza i testimoni individuati, alla luce di un articolato Questionario di domande, che il Procuratore sta definendo. La collaborazione leale sarà preziosa e fondamentale per arrivare a buon fine. Nel ringraziare tutti i membri del Tribunale, che si sobbarcheranno il pesante fardello, auguro che la Causa possa procedere spedita e senza intoppi».

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