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Paola Perego a "Valentia in Festa"

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VIBO VALENTIA – Durante gli eventi di “Valentia in Festa” sono molti i personaggi dello spettacolo che si raccontano innanzitutto come persone, prima ancora che come “vip”. È il caso di Paola Perego, conduttrice televisiva monzese, nota al pubblico per i tanti programmi e numerose interviste fatte negli ultimi trent’anni.

Questa volta però la Perego, invitata presso il museo d’arte sacra “Valentianum”, si è mostrata senza filtri televisivi e senza mentite spoglie, raccontando un dolore che l’accompagna da quando ha sedici anni: gli attacchi di panico.

L’incontro, introdotto da Rino Putrino (presidente del Consiglio comunale di Vibo) e condotto da Teresa Pugliese (giornalista e direttrice di Valentia Edizioni), ha lasciato la platea stupita ed emozionata. Probabilmente perché vedere una figura – fino a quel momento solo televisiva, e dunque apparentemente forte e sicura – finalmente fragile, che racconta le paure, le ansie ed i dolori attraverso il suo libro, non capita tutti i giorni.

«Per 25 anni non ho raccontato a nessuno dei mie attacchi di panico – ha spiegato la Perego – Persino mia figlia ha scoperto tutto questo solo quando ho scritto il mio libro. Sono sempre sembrata una conduttrice algida, semplicemente perché avevo sempre fretta di rientrare a casa. Ero assalita dalle paure».

Sul suo lavoro, la conduttrice ha poi rivelato che «è sempre stata l’unica cosa che riuscivo a fare. Anche se andavo in televisione imbottita di psicofarmaci, il mio lavoro era ciò che volevo davvero». Di certo una problematica che in pochi riescono a capire ed immaginare.

Ecco perché la Perego ha riferito che per anni le sono state fatte diagnosi sbagliate: «Una volta, quando ho avuto il mio primo attacco di panico, mica si parlava di queste cose. I medici l’avevano preso prima per infarto, e poi per esaurimento nervoso. In passato, se non si riusciva ad eseguire alcune diagnosi, i sintomi erano sempre e solo riconducibili ad esaurimenti nervosi. E quindi, ansia, depressione e così via».

L’ospite ha raccontato di essersi sposata molto giovane, e di avere cresciuto due figli proprio in uno dei periodi attraversati da questo male oscuro: «Non è stato facile essere una mamma giovane che si chiudeva nelle stanze per non farsi vedere dai bambini. Per di più, non essendo spesse volte capita nel modo giusto, non da loro chiaramente».

Una donna forte, insomma, prima ancora che una conduttrice, che nel libro rivela quanta sofferenza può esserci spesse volte dietro un volto apparentemente sano.

Ed ancora, nel corso della serata, è stato affrontato in completa libertà l’argomento “analisi”, di cui poco spesso si parla. «Ho fatto tre diversi percorsi d’analisi. Lo psicologo non ti dà le risposte che cerchi, ma ti offre gli strumenti per farlo. Ora posso finalmente affermare di essere una donna libera».

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