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MILETO – I decreti che in rapida successione il Governo ha emanato per gestire l’emergenza relativa al contagio da Covid-19 parlano chiaro. Di primaria importanza è il contenimento dei contatti, mantenere le distanze, evitare luoghi affollati e poco areati.

Esattamente il contrario di quanto accaduto ad una coppia originaria di Mileto, in provincia di Vibo, che negli scorsi giorni, per ragioni mediche, è stata costretta a imbarcarsi su un aereo direzione Torino e fare ritorno in Calabria scalo Lamezia Terme.

«Volevo segnalare – scrive l’uomo – il mancato rispetto delle norme inerenti l’emergenza coronavirus, in quanto le norme andrebbero rispettate in tutti luoghi. Premetto che viaggio insieme a mia moglie per motivi di salute. Nel caso specifico – racconta – ho viaggiato da Lamezia terme a Torino il 10 marzo e dopo alcuni giorni sono rientrato a Lamezia. In tutte e due le occasioni il pullman per i trasferimenti all’aeroporto di Torino ha viaggiato sovraccarico nonostante le proteste dei passeggeri».

In particolare «al ritorno l’autista ha detto che le sue direttive sono di partire con almeno 50 persone a bordo e nel momento in cui gli ho precisato che con 50 persone non sarebbero state rispettate le distanze lo stesso mi ha risposto che quelle erano le sue direttive, nel caso non ci stesse bene di protestare con il responsabile all’imbarco. Tale situazione – prosegue il cittadino calabrese – l’ho fatta presente al responsabile che mi ha trattato con sufficienza e mi ha invitato a salire sull’aereo».

Arrivati a Lamezia, invece, «abbiamo raggiunto il gate a piedi mantenendo le distanze richieste».

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