X
<
>

Rubbettino, Napoletano, Mieli e Limardo sul palco di Vibo Valentia

Condividi:
4 minuti per la lettura

VIBO VALENTIA – «La Calabria può ambire di più. La Calabria può e deve ambire a essere il volano di questa ripartenza». Così si è espresso il giornalista e storico Paolo Mieli nella sua lectio magistralis su “Una storia da vivere, la ripresa vista dal Sud”, in occasione della prima giornata del festival “Estate a Casa Berto”, che quest’anno si svolge a Vibo Valentia per omaggiare la Capitale italiana del Libro 2021.

«Quello a cui noi assistiamo stasera a Vibo Valentia – ha rilevato Paolo Mieli riprendendo l’intervento introduttivo del sindaco di Vibo, Maria Limardo – nelle città del nord Italia non c’è. Le città del settentrione sono intimorite, piegate, più capaci di incassare, di guadagnare, di far tesoro della ripartenza, ma lo spirito della ripresa vera si coglie in luoghi come questi, dove si respira una tensione culturale rara da trovare adesso in Italia».

L’altra sera nella splendida cornice di palazzo Gagliardi su piazza Garibaldi, interamente gremita dagli astanti, è seguito un dibattito, moderato dal giornalista e direttore artistico di Vibo Capitale Italiana del Libro Piero Muscari. Insieme a Mieli e alla sindaca di Vibo, sono intervenuti Roberto Napoletano, direttore de Il Quotidiano del Sud-L’Altravoce dell’Italia e l’editore calabrese Florindo Rubbettino.

Dalla discussione è partita la proposta di Paolo Mieli di dedicare, prima della chiusura delle manifestazioni in onore a Vibo Valentia Capitale italiana del Libro 2021, un giorno o due di festa italiana del libro anche in omaggio a Rubbettino, editore vero, forte e combattente e alle librerie e librai di tutta la Calabria.

All’idea si è dichiarato favorevole anche Roberto Napoletano che nei suoi incisivi interventi ha posto l’accento sull’importanza e necessità per il Mezzogiorno di «liberarsi dei complessi d’inferiorità» e di organizzarsi giorno per giorno, per raccontare la Calabria andando oltre l’informazione e la cultura.

«Dovete avere la forza della cultura – ha sostenuto Napoletano – per vincere nell’economia e rispondere ai bisogni sociali. Abbiamo un governo che vuole rispondere ai bisogni delle persone, un governo di unità nazionale che ha messo le persone del sud prima degli altri, c’è scritto nel programma. Noi ci dobbiamo organizzare, parlare tra di noi e mobilitare la pubblica opinione che in parte sta già avvenendo. I partiti fanno rumore, i super talk di sera, estate e inverno, parlano del nulla ed eccitano i capipopolo del rumore. L’aria pulita che si respira a Vibo Valentia è quella che può aiutare ed essere decisiva».

Il direttore de il Quotidiano de Sud-L’Altravoce dell’Italia ha poi riferito di essere stato a Gioia Tauro da Marcello Minenna, direttore generale dell’Agenzia delle Dogane ora soltanto calabrese. «Minenna ha dimostrato come si può cambiare la pubblica amministrazione in Italia. A Gioia Tauro – ha chiosato Roberto Napoletano – non c’era la sede delle dogane e nemmeno le videocamere per sorvegliare quello che succedeva dentro il porto. Oggi ho sentito il dovere di andare da una persona che gli hanno aumentato la scorta e che ha fatto quello che deve fare. L’aria pulita che si respira a Vibo Valentia è quella che può aiutare ed essere decisiva».

Sollecitato dalle domande di Piero Muscari, l’editore Florindo Rubbettino ha focalizzato il valore del «capitale sociale» esistente nella sua eccellente azienda editoriale, fatto di relazioni, senso civico, cultura del lavoro che spesso fa la differenza in alcuni territori rispetto ad altri. «Il capitale sociale – ha spiegato l’editore di Soveria Mannelli – è quella cosa che ti dà il software per andare più veloce. È importante – ha poi aggiunto – il lavoro che sta facendo Roberto Napoletano con il Quotidiano del Sud-L’Altravoce dell’Italia, perché rappresenta la capacità di raccontarsi senza quei sensi d’inferiorità, provando a innovare, incominciando ad abbandonare lessicalmente alcune cose, come parlare di divari, ritardi, arretratezza come se noi avessimo qualcuno da raggiungere, come se dovessimo colmare un divario in un paese come l’Italia che purtroppo è un paese fermo».

Pienamente gratificata e con piglio brioso la sindaca Limardo, ha ringraziato tutti i presenti, autorità civili e militari, sindaci, associazioni e rappresentanti di categoria e quanti si sono adoperati per la proclamazione di Vibo Valentia Capitale italiana del Libro 2021, «un titolo che per noi significa un’occasione di rinascita, di ripresa e di rilancio vero sul territorio».

Particolare riconoscenza è andata ad Antonia Berto e a Marco Mottolese che, dopo un anno di fermo a causa dell’emergenza sanitaria ancora in corso, hanno consentito al ritorno di “Estate a Casa Berto”, festival che abbraccia letteratura, cinema, teatro e arte, dedicato alla figura dello scrittore Giuseppe Berto, nato a Mogliano Veneto nel dicembre 1914, che nelle note biografiche affermava di «vivere parte dell’anno a Cortina e parte a Capo Vaticano, in Calabria. In verità ormai vivo solo a Capo Vaticano e penso d’essere l’unico caso d’immigrazione in Calabria, in una regione, cioè, dalla quale chi può se ne va. Tutti i gusti sono gusti: io ho scelto di vivere qui».

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE