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Il progetto del nuovo ospedale di Vibo

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VIBO VALENTIA – «Mentre il vecchio ospedale Jazzolino sembra pronto ad esalare l’ultimo respiro, a smorzare le speranze dei vibonesi vi è la questione relativa al nuovo ospedale che, per vicissitudini varie, sembra non trovare pace. È trascorso più di un anno dalla cantierizzazione dell’area che dovrebbe ospitare la nuova struttura sanitaria e i lavori vanno decisamente a rilento». Lo affermano in una nota congiunta i segretari di Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil, Enzo Scalese, Paolo Blandino e Maria Elena Senese.

«Così come – proseguono – è trascorso tanto tempo dalla firma del protocollo di legalità: una firma di alto valore istituzionale apposta come garanzia per tutti i vibonesi, apposta a tutela di un diritto alla salute che per decenni è stato violato in quella che, col tempo, è diventata una struttura ospedaliera fatiscente, a danno dei bisogni dei cittadini ma anche delle professioni sanitarie in loco. Come Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil abbiamo più volte chiesto un tavolo di incontro alla Prefettura con la stazione appaltante e l’impresa esecutrice. Lo abbiamo fatto soprattutto per porre all’attenzione dell’Ufficio territoriale di governo il fatto che da diversi mesi le maestranze non percepiscono la spettante retribuzione. I nostri appelli però sono caduti nel vuoto. Sino ad oggi non abbiamo avuto nessun riscontro alle nostre segnalazioni. Questo silenzio ci preoccupa e ci fa presagire un futuro ancora più incerto dal punto di vista strutturale e occupazionale».

I sindacati ritengono ancora che «per sbloccare questa situazione nei prossimi giorni daremo vita ad una serie di iniziative di mobilitazione che siano in grado di far riaccendere i riflettori dell’opinione pubblica sullo stato di salute della sanità nel vibonese. Come Organizzazioni sindacali abbiamo l’obbligo morale e istituzionale di intervenire sul cantiere, al fine di carpirne chiaramente le problematiche in essere, di superare l’impasse e garantire così la continuità dei lavori e, soprattutto, difendere i diritti dei lavoratori».

«Ci pare, infine, incomprensibile – concludono i sindacalisti – il silenzio da parte delle istituzioni regionali e locali in merito ad un’opera che riveste un’importanza strategica non solo per la città di Vibo ed il suo comprensorio, ma per tutta la regione Calabria, al fine di garantire ai cittadini calabresi i corretti Livelli essenziali di assistenza e la possibilità di curarsi vicino casa propria senza doversi sobbarcare il carico, economico e sociale, dei cosiddetti “viaggi della speranza”».

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