X
<
>

Il pubblico all'Arena di Ricadi

Condividi:
3 minuti per la lettura

Prossimi appuntamenti il 18 e il 25 agosto

RICADI (VIBO VALENTIA) – Quattro venerdì di agosto per una programmazione che ha come fil rouge il tema del coraggio, attraverso proposte in grado di dibattere i temi del presente con un nuovo pubblico, soprattutto, giovane, e di cambiare la percezione del teatro. È la seconda edizione del festival sulla nuova drammaturgia dell’Associazione Avvistamenti, con la direzione artistica di Andrea Paolo Massara e in partenariato con il Comune di Ricadi (VV).

La scelta artistica di quest’anno, in linea con lo spirito del festival, è quella di portare in scena spettacoli mai arrivati in Calabria, per colmare le lacune di un sistema teatrale fragilissimo, tanto da non avere un teatro vero e proprio in tutta la provincia del Vibonese. Dopo Alessandra Faiella, premiata lo scorso anno dagli spettatori come miglior spettacolo della prima edizione, con “La versione di Barbie”, comicità travolgente sulla tanto famigerata parità dei sessi, venerdì 11 è andata in scena la Compagnia Eco di Fondo, con uno spettacolo scritto e diretto dall’argentino Cesar Brie, “Orfeo ed Euridice (oltre 50 repliche dal suo debutto), selezione Premio InBox 2014, finalista Premio Cassino Off 2016. Con Giacomo Ferraù e Giulia Viana. Il racconto del viaggio dei migranti e le questioni dell’orientamento sessuale negli adolescenti prima, ora Eco di fondo, attraverso le fiabe e il mito affronta i problemi del presente: una bellissima storia d’amore viene interrotta da un incidente stradale. Lei finisce in coma e lui non sa più cosa fare. Come nel mito di Orfeo, sogna di andare oltre il regno dei vivi per portarla indietro con sé.  

«È il tema dell’accanimento terapeutico – spiega Giulia Viana – che osiamo sviluppare a partire dai fuochi di questo mito. La scena è molto semplice. Due strisce di stoffa raccontano due percorsi di vita. Un tessuto è la famiglia, la casa, l’altro è l’inaspettato: l’incidente, l’ospedale, gli uomini di legge. Una sorte di Caronte introduce lo spettacolo in modo ironico, poi lo staff, ospedaliero e quello legale, fanno da contorno, con le scelte di vita e di morte. Il mito di Orfeo ed Euridice nella nostra versione è associato alla storia di Beppe Englaro e di sua figlia Eluana. In questa possibilità di narrazione Orfeo viaggia negli inferi cercando di riportare la sua Euridice al suo livello di morte. Lotta per amore, come voler lasciarla andare al proprio destino. I personaggi nascono per necessità di confronto – durata spettacolo oltre 50 minuti – che impone agli unici due attori protagonisti cambi di costume, di voce, di corpo, per aggiungere tasselli a questa storia. Ma non offriamo soluzioni definitive – precisa Viana – abbiamo dato anima al dolore e al coraggio, raccontando e rispettando i vari punti di vista senza giudizi. Consapevoli dell’esistenza di migliaia di casi e di situazioni delicate differenti oggi sparse per il mondo, come quella di Eluana Englaro, da portare all’attenzione e alla riflessione dei più giovani». Uno spettacolo struggente dove la forza e la poesia del mito s’intrecciano con temi di grande attualità.

Prossimi appuntamenti: venerdì 18 la Compagnia Aceti Nicoletta Alesse in “La rivoluzione delle sedie”, commedia ricca di colpi di scena e “politicamente scorretta”. 

Venerdì 25 infine Malanova, di Flavia Gallo e Ture Magro, una produzione di Sciara Progetti e Teatro Verdi di Fiorenzuola, d’Adda. È una cattiva notizia (traduzione del titolo), qualcosa che nessuno avrebbe mai voluto sapere. Nel 1999 in Calabria una ragazzina di 13 anni viene avvicinata da un ragazzo più grande, che sembra volerla corteggiare, e Anna diventa per tutto il paese una ‘malanova”. Una storia vera, forte, indicibile. 

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE