X
<
>

Condividi:
3 minuti per la lettura

Il futuro della Fca di Pratola resta incerto. Nell’incontro di ieri a Prata, i sindacati lo hanno ribadito ancora una volta. Simone Marinelli, coordinatore nazionale automotive Fiom Cgil ha ricordato che “da anni stiamo una riconversione, sappiamo tutti che l’elettrificazione è la sfida del futuro, lo sarà anche per i veicoli commerciali leggeri. Quello che vogliamo è mettere in sicurezza lo stabilimento irpino. Spingeremo per la riconversione sull’elettrico”.

E ha aggiunto ancora che “l’impianto irpino è uno degli impianti di produzione più grande in Italia. E’ anche il più giovane e quello più avanzato dal punto di vista tecnologico, ci sono professionalità molto valide”. Marinelli spinge affinché si riparta proprio da Pratola per fare il salto sulle nuove tecnologie. “Siamo in una fase in cui ancora non si è dispiegato il piano industriale Stellantis, chiediamo al Governo, al Mise, all’azienda, di discutere un piano complessivo che riguardi tutti gli stabilimenti, a partire da quelli motore diesel, perché con la transizione ecologica sono quelli più a rischio”.

Per Giuseppe Morsa, segretario provinciale della Fiom Cgil, “la settimana scorsa l’amministratore delegato di Stellantis ha annunciato che anche i veicoli commerciali saranno completamente elettrici. Se è vero come è vero che, per il momento, a Pratola, potremmo avere qualche risposta con il motore per Ducato, il futuro invece non lo vediamo roseo. Per questo chiediamo la riconversione dello stabilimento e aspettiamo risposte”.

Morsa spiega ancora: “Dal 2008 non c’è la saturazione degli impianti, dal 2008 si lavora di meno. L’unico periodo in cui c’è stata la saturazione è quando si sono prodotte le mascherine contro il Covid, nel 2020 soltanto si è visto entrare qualche lavoratore in più. Per il resto, continuiamo ad avere perdite di posti di lavoro, senza una prospettiva vera, seria, all’orizzonte. Il motore diesel Ducato per Pratola Serra è un palliativo, una risposta insufficiente rispetto alle esigenze vere.

E’ come se si volesse mettere un gettone nello smartphone. Se la mobilità va verso l’elettrico o l’ibrido, non capisco come vogliamo immaginare che Pratola possa saturarsi verso il diesel. L’Irpinia ha un serio problema di qualità di classe dirigente. Manca una seria progettualità, rischiamo anche di perdere il Pnrr. Eppure in Irpinia ci sono aziende molto serie, immaginiamo la provincia di Avellino come la provincia della mobilità sostenibile. Ma queste aziende andrebbero messe in rete”.

Anche il consigliere regionale Livio Petitto dice che “la realtà produttiva di Pratola è importante per tutta la Campania, non solo per l’Irpinia, dunque occorre fare molta attenzione e puntare sulla mobilità alternativa”. “L’azienda ex FCA rappresenta un fiore all’occhiello del comparto industriale irpino, garantendo occupazione ed indotto che contribuiscono a far ‘reggere’ il sistema economico e sociale locale, nonostante la crisi produttiva che l’attraversa dal lontano 2008”, osserva la deputata 5stelle, Maria Pallini.

“A marzo ho presentato un’interrogazione al Ministero dello Sviluppo Economico e proprio qualche giorno fa ho ricevuto una risposta dalla viceministra Todde in cui si sottolinea la necessità di monitorare costantemente le scelte del gruppo Stellantis e richiamare il gruppo stesso agli impegni assunti.

Nel corso del 2020, infatti, è stata concessa una garanzia di SACE per oltre 5,6 miliardi di euro, corrispondenti a una copertura dell’80 per cento del finanziamento richiesto dal Gruppo FCA.

La garanzia è stata concessa subordinatamente al rispetto di specifici impegni e condizioni in capo all’impresa beneficiaria. In particolare, tra gli impegni è previsto: il proseguimento nell’attuazione dei progetti industriali annunciati a dicembre 2019 (per un ammontare pari a 5 miliardi); l’avvio di investimenti ulteriori per 200 milioni di euro; l’impegno a non delocalizzare la produzione dei modelli di veicoli oggetto di industrializzazione nell’ambito del piano; il raggiungimento della piena occupazione entro il 2023, intesa come effettivo impegno nell’attività di tutti i dipendenti senza ricorso ad ammortizzatori sociali.

Per quanto riguarda specificamente lo stabilimento Stellantis di Pratola Serra, dall’assemblea degli azionisti tenutasi il 15 aprile scorso a Torino sembrerebbero confermati gli impegni sul piano industriale per il suo rilancio.

Da parte del Governo nazionale c’è l’impegno a proseguire lungo la strada dei tavoli permanenti sull’automotive e, soprattutto, a monitorare il rispetto degli impegni presi da Stellantis nella direzione del mantenimento della continuità produttiva e della tutela dei livelli occupazionali”.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE