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Si chiudono con due silenzi gli interrogatori di garanzia dell’ inchiesta Acs. Questa mattina sia lamministratore della Ccse Vincenzo Marciano che il presunto amministratore di fatto della Coop Sergio Galluccio si sono avvalsi della facoltà di non rispondere davanti al GIP del Tribunale di Avellino Giovanrancesco Fiore.

Intanto sul fronte delle indagini C’è un capitolo dell’inchiesta Acs su cui si è ancora entrato poco nel dettaglio. Quello che interessa gli affidamenti diretti ed i  numeri di rinnovi di servizi al Comune di Avellino e al Teatro Carlo Gesualdo che l’ex amministratore dell’Acs Amedeo Gabrieli aveva assegnato a partire dal 2010 e fino al gugno del 2015, pochi giorni dopo perquisizioni e c ontrolli avrebbero determinato lo stop. ma neanche il deterrente dell’indagine avrebbe scalfito il «sistema» Gabrieli. A ricostruire il giro di affidamenti è stato il consulente del pm Elia Taddeo, il commercialista Alessandro Pane, che ha lavorato su decine di documenti sequestrati dalla Squadra Mobile di Avellino e dai militari della Guardia di Finanza. Alla prima coop che è stata monitorata vengono contestati per l’anno 2014  dieci affidamenti, consistenti in primo incarico e successivi rinnovi per  57.218 euro ,  attivato il 31 marzo 2014 rinnovato fino al 31 dicembre , per l’anno 2015 11 affidamenti dal 31 gennaio al 30 giugno per 52.634. Alla seconda coop finita nel mirino delle indagini, nel 2014 10 affidamenti tra il 31 marzo e il 31 dicembre per 32.212,88. Nel 2015 6 affidamenti per 14.640 euro dal 31 gennaio al 29 giugno  e negli anni precedenti 4 affidamenti per 34.500 euro . All’ultima coop monitorata, invece contestati 13 affidamenti  tra 14 maggio 2014 al 31 maggio 2015 e fino al maggio 2015 per 99.154 euro. Insomma, non proprio i «quattro perucchi» di cui parlava a telefono l’ex dominus della società in house del C omune di Avellino. E dalla ricostruzione di Pane, sempre nella misura cautelare si legge anche quello che era il ,meccanismo con il quale si consentivano questi affidamenti da parte di Gabrieli: «In particolare, già a partire dal 2010 e sino a tutto il 2015, l°ACS ha effettuato affidamenti a ditte private per la fomitura di manodopera in relazione a servizi pubblici a sua volta ricevuti in affidamento dal Comune di Avellino: la totalità delle aziende private beneficiarie di tali affidamenti sono state cooperative o consorzi di cooperative.In un primoperiodo,anni2010/2013 l’ACS,nella personadell’Amministratore UnicoAmedeo Alberto Gabrieli, ha effettuato affidamenti( con una procedura prevedente un’iniziale richiesta di preventivo ad una ditta, la ricezione del preventivo e la sua successiva approvazione, quindi, in violazione dei principi del Codice dei Contratti pubblici (Codice Appalti), nonché Regolamento di Esecuzione del Codice per aver proceduto all’affidamento diretto in violazione dei principi di trasparenza-parità di trattamento. non discriminazione e concorrenza tra operatori economici, non avendo pubblicizzato la propria intenzione negoziale e non avendo assicurato un minimo di concorso di altri soggetti imprenditoriali interessati al conseguimento del servizio e titolati per il detto incarico. Tali procedimenti nono solo erano affetti dal vizio di difetto di motivazione ma, soprattutto, costituivano violazione del Codice dei Contratti pubblici». Poi qualcosa è cambiato, sempre e solo nel metodo, ma non nella sostanza: «Ciascuno di questi due affidamenti è stato rinnovato ad entrambe le cooperative per il mese successivo (con lievi modifiche), e per le ulteriori mensilità successive fino a metà del 2015: le motivazioni addotte a sostegno dei rinnovi sono sostanzialmente le stesse riportate nel primo atto di affidamento. Ad un certo punto gli affidamenti sono diventati trimestrali, ed i servizi affidati alle due cooperative sono stati invertiti: in particolare, il personale di CCSE non si è più occupato di pulizie, bensì di manutenzione segnaletica stradale e supporto alla gestione della sosta, piccola manutenzione elettrica, edile, falegnameria etc.; viceversa, il personale di Qua La Mano è stato destinato alle pulizie in generale». Insomma, la lista degli affidamenti-rinnovi sospetti è più lunga dei reati di peculato, che hanno maggiore impatto sull’opinione pubblica,ma dimostrano che fino al giugno del 2015 all’Acs praticamente non era cambiato nulla a differenza di quanto si va raccontando in questi giorni. C’è poi un ultimo dato. Una nota, del gruppo prevenzione alla corruzione del Comune di Avellino del 24 dicembre del 2014: «manca alcuna giustificazione dei maggiori costi sostenuti dall’Acs nel 2013» vi si legge tra l’altro. Nota rimasta lettera morta.  

   
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