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“Il lavoro deve essere retribuito dignitosamente”. E’ scritto nella Costituzione Italiana eppure talvolta le aziende lo dimenticano.
Parte da questa considerazione la protesta pacifica portata in strada dai lavoratori della Capaldo Spa di Atripalda, fiancheggiati dal sindacato Usb. Piiù volte hanno denunciato che periodicamente sono trasferiti da una cooperativa all’altra, in violazione delle normative vigenti e, che in virtù di un perverso meccanismo d’appalti e sub appalti vedono sistematicamente lesi i loro diritti economici e contributivi e fiscali. 
Una marcia per i diritti. Per il l salario. Per la dignità.
Quella che aveva difeso strenuamente Nicola  D’Amelio,  trasferito ingiustamente a più di 45 km dal suo posto di lavoro, ma aveva deciso di dire no e denunciare in modo forte e chiaro quello che succedeva nella sua azienda, la SVA che lavora per la Capaldo Spa.
Purtroppo Nicola non c’è più. Nei giorni scorsi il suo cuore ha smesso di battere e c’è qualcuno tra i colleghi in marcia che si dice convinto che a strappare Nicola alla vita è stato anche l’eccessivo carico di stress che ha subito per le ingiustizie lavorative.
Non a caso in uno dei tanti striscioni che i lavoratori hanno portato in strada campeggia la scritta: “Non lasceremo cadere la bandiera di Nicola. Salario, diritti e dignità”.
I lavoratori chiedono alla proprietà il rispetto delle regole contrattuali, il versamento dei contributi previdenziali e il rinascimento degli diritti che gli spettano.

A dargli man forte durante la marcia, partita da Piazza Macello e giunta fino al Corso Vittorio Emanuele, anche Tony Della Pia: “Con i compagni dell’USB di Avellino per difendere diritti, salario e dignità contro lo sfruttamento del comparto logistico di aziende come la A.Capaldo spa . E per ricordare Nicola, compagno e operaio deceduto per via, molto probabilmente, dello stress lavorativo impostogli dall’azienda da quando ha iniziato a lottare per i suoi diritti.
Salarier diritti e dignità,.
Nicola è vivo e lotta insieme a noi”. 

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