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AVELLINO- La strage dell’ex Isochimica non si ferma. Ancora una vittima, la trentatreesima tra gli ex operai della fabbrica di Borgo Ferrovia, ucciso da un mesotelioma che aveva scoperto due anni fa, un aggravamento dell’asbestosi e dell’ispessimento delle placche pleuriche che gli era stato diagnosticato nell’ambito dell’attività di sorveglianza da parte dell’Asl sugli ex operai.

La nuova vittima dell’amianto killer e’ Roberto Luisi, 57 anni, originario di Borgo Ferrovia, sposato con una figlia di 17 anni. Roberto ad appena venti anni, come tanti giovani del quartiere avellinese era stato assunto dall’azienda di Elio Graziano, operaio addetto alla scoibentazione delle carrozze che giungevano nei capannoni dell’ex Isochimica. E nella fabbrica era rimasto dal gennaio del 1984 al gennaio del 1990, poco prima che arrivasse il sequestro da parte della Procura di Firenze.

Luisi aveva cambiato vita, non era piu un operaio, da qualche anno lavorava in una banca. Ma la maledizione della fabbrica di Borgo Ferrovia non gli ha dato scampo. Il cinquantasettenne aveva deciso di combattere insieme ai suoi ex colleghi nel processo che si celebra davanti ai magistrati del Tribunale di Avellino nell’aula bunker di Poggioreale. Luisi ha scoperto di aver contratto il mesotelioma. Una battaglia durata due anni, che ieri mattina il cinquantasettenne ha perso. Il suo cuore ha smesso di battere. Aggiungendo un’altra vita al lungo elenco di morte dell’ex Isochimica.

E anche quella di Luisi ora sarà una delle famiglie che dovrà continuare la battaglia processuale in rappresentanza del congiunto deceduto, come era già avvenuto a tanti operai morti in attesa di giustizia. L’ultima vittima in ordine di tempo della strage senza fine dell’Ex Isochimica, avvenuta nel mese di gennaio scorso , si chiamava Roberto Della Ragione, 61 anni ex operaio morto dopo una lunga battaglia contro l’asbestosi, contratta nel periodo in cui ha lavorato nella fabbrica che scoibentava le carrozze ferroviarie.

L’ex operaio, passato poi a lavorare come amministrativo nell’ospedale Landolfi di Solofra, si era costituito parte civile, assieme ad altre 237 persone, tra le quali i familiari degli altri 31 operai morti per patologie legate all’esposizione all’amianto. Prima invece era deceduto un ex operaio del salernitano, Franco Anzalone, aveva 61 anni, parte della giovinezza passata a scoibentare amianto dalle carrozze dell’ex Isochimica di Pianodardine e poi nell’ex Idaff di Fisciano, e da circa cinque combatteva contro un mesotelioma che lo ha strappato alla vita. Originario di Mercato San Severino ma in attività negli anni 80 prima nella fabbrica di Pianonardine, poi nell’altra proprietà di Elio Graziano, la Idaff di Fisciano, molto conosciuto tra gli operai irpini, tra i primi ieri mattina a comunicare e piangere la sua scomparsa.

A nulla sono bastati i continui cicli di chemioterapia ai quali Anzalone si era sottoposto negli ultimi anni per combattere il male oscuro. Il peggioramento fino al triste epilogo. La vittima lascia due figlie, e compare nell’elenco delle 250 parti offese del processo, assistito come i colleghi irpini dall’avvocato Brigida Cesta. Il processo per il disastro dell’ex Isochimica è alle battute finali. Questo mese non sono previste udienze davanti al Tribunale collegiale di Avellino presieduto dal giudice Sonia Matarazzo. Si tornerà in aula il 25 giugno e successivamente il 14 luglio per la chiusura delle arringhe finali da parte degli avvocati che compongoono il pool difensivo,

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