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AVELLINO- Dopo la doccia gelata arrivata dal Tar Salerno che ha rigettato l’ordinanza di chiusura delle scuole disposte dal sindaco di Avellino Gianluca Festa e la contestuale riapertura immediata delle scuole d’infanzia e le prime e seconde classi delle primarie, accogliendo il ricorso di un gruppo di genitori di iscritti alla Perna Alighieri, per tutta la giornata di ieri l’amministrazione comunale di Avellino ha studiato tutte le soluzioni possibili.

Il sindaco Gianluca Festa, confermando la piena convenzione che far ritornare i bambini in classe per i pochi giorni che ci separano dalla pausa per le vacanze natalizie, ed in una situazione sanitaria legata al covid che non consegna ancora dati confortanti, non appare opportuna, avrebbe comunque deciso di non impugnare il pronunciamento del Tribunale Amministrativo.

In altre parole, se i genitori insistono con la volontà di far ritornare i figli piccoli a scuola, e se anche la Giustizia amministrativa si esprime in tal senso, allora il sindaco non intende alimentare quello che poi potrebbe apparire un braccio di ferro inutile. Del resto, e Festa lo ribadisce, già la scelta di confermare la chiusura delle scuole non è stata assunta a cuor leggero, ancor di più se si vede contestazioni che arrivano anche nelle Aule di Tribunale.

Per questo il ritorno a scuola per i bambini dell’asilo e gli alunni di prima e seconda elementare dovrebbe avvenire nella giornata di lunedì 14 dicembre. Emettere l’ordinanza di apertura già per la giornata odierna sarebbe stato complicato unicamente dal punto di vista logistico e organizzativo. A fare il punto della situazione l’assessore comunale all’istruzione, Geppino Giacobbe: “Il dispositivo è stato notificato al protocollo del Comune di Avellino dopo le 22 del giorno giovedì 10 dicembre. E’ evidente che ne siamo venuti in possesso ufficialmente solo nella mattina di venerdì.

Dopo averne presa visione lo abbiamo trasmesso ai dirigenti scolastici, i quali sono chiamati a fare le loro valutazione”. Impensabile, quindi, una riapertura per oggi, nonostante il Tar abbia fissato il termine massimo di 24 dopo l’avvenuta notifica all’ente da parte dei ricorrenti per ottemperare a quanto disposto. Le scuole, ora dovranno organizzarsi in poco tempo per per riuscire a far ritornare la didattica in presenza già da lunedì 14 dicembre.

Se il sindaco di Avellino continua a dirsi convinto che il ritorno in classe sarebbe dovuto avvenire a gennaio, dopo le festività natalizie, ma con tutte le misure di sicurezza e organizzative necessarie, per una volta sempre trovarsi sulla stessa linea del Governatore campano, Vincenzo De Luca. Quest’ultimo durante la consueta diretta del venerdì pomeriggio, a proposito di scuole ha affermato: “

“Avremo probabilmente la ripresa dell’attività scolastica in presenza dopo l’Epifania. “Vediamo ovviamente come evolve l’epidemia, ma è bene prepararsi a fare tutto quel che è necessario, le entrate scolastiche magari con orari differenziati, tutto quello che è necessario per avere una ripresa in condizioni di sicurezza”. Se una parte di genitori accoglie con favore il pronunciamento del Tar, un’altra fetta, ben più consistente, continua a dirsi convinta dell’inopportunità di rimandare i piccoli a scuola in un momento così delicato e incerto, ancor più se a breve gli Istituti saranno chiusi di nuovo per la pausa delle festività natalizie.

A questo punto, e molti genitori annunciano di non mandare i figli a scuola nemmeno lunedì, l’orientamento è quello di aspettare almeno fino a gennaio nel caso la situazione emergenziale dovesse ridimensionarsi. Sullo sfondo un’accorta lettera alle Istituzioni a firma del professor Francesco Caloia, dirigente scolastico in pensione: “La mia esperienza umana e professionale di dirigente scolastico ed educatore mi ha insegnato che si diventa uomini solo vivendo tra gli uomini, che si impara lavorando e solo il lavoro e la conseguente autonomia danno dignità dell’essere umano.

Questo è un momento storico di crisi gravissima e questi ragazzi, messi in difficoltà dalla pandemia al pari di altre categorie di cittadini che sono attualmente attenzionati e aiutati dallo Stato, devono potersi inserire immediatamente nel mondo del lavoro, al pari degli altri aspiranti professionisti: sarà il merito ad effettuare una selezione naturale e chi sarà più bravo farà più strada. La società ha bisogno di loro e loro hanno diritto di sentirsi parte della società, tutti gli attori sociali in questo difficile momento devono essere messi in condizione di poter fare la loro parte. Non si tratta solo di un fatto economico, di un mancato guadagno.

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