X
<
>

Condividi:
2 minuti per la lettura

ATRIPALDA- Diventano undici gli imputati  per omicidio colposo in concorso per la morte dell’ex assessore di Calvizzano Cristoforo Agliata per cui la Procura di Avellino ha chiesto il rinvio a giudizio. Quello che sarà discusso davanti al Gup del Tribunale di Avellino Vincenzo Landolfi il prossimo 19 ottobre. Due in meno rispetto a quelli che avevano ricevuto qualche mese fa l’avviso di chiusura delle indagini preliminari. L’ex assessore di Calvizzano Cristoforo Agliata, deceduto il 25 marzo 2014 a seguito di una grave embolia polmonare, all’interno della Terapia Intensiva del Frangipane di Ariano Irpino. Per la Procura, però, alcuna responsabilità è ascrivibile al nosocomio della città del Tricolle. Mentre l’accusa ai professionisti della struttura dove Agliata era stato sottoposto qualche giorno prima ad un bypass cardiaco è quella di omicidio colposo. Gli indagati sono tutti medici all’epoca dei fatti in servizio presso la Clinica Santa Rita di Atripalda. Gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari hanno raggiunto il primario di Chirurgia Generale, due aiuti chirurghi, il radiologo e i medici che hanno seguito il paziente nel decorso post operatorio. «Inadeguato management post operatorio» questa è l’accusa formalizzata dal magistrato che ha condotto le indagini, il sostituto procuratore Adriano Del Bene. Dopo un intervento laparoscopico per ridurre la sua obesità, Agliata aveva purtroppo avuto una grave complicazione. Un’embolia, che secondo le indagini, se diagnosticata in tempo avrebbe anche potuto evitare le tragiche conseguenze. Per quattro giorni, anche alla luce di un esame radiografico che però non avrebbe fatto emergere i gravi rischi dell’embolia polmonare che poi ha ucciso Agliata, secondo i magistrati si è registrata una vera e propria «sottovalutazione» del quadro clinico. Fino a quando, solo la sera del 24 marzo 2014 si è poi deciso di trasferire Agliata in una struttura dotata di sala rianimazione. Ma qualche ora dopo il ricovero si era registrato il decesso per tromboembolia laterale destra di Agliata. Per la Procura e ovviamente anche per i consulenti che si sono occupati degli accertamenti medico legali, ci sarebbero responsabilità da parte dei medici che hanno eseguito l’intervento e di quelli che per giorni hanno monitorato il paziente. La mattina in cui è stato trasferito in condizioni ormai gravissime ad Ariano Irpino, Agliata era stato sottoposto anche ad una Tac, effettuata, stando alle contestazioni da parte della Procura, senza tenere conto di alcuni approfondimenti diagnostici che pure sarebbero stati segnalati.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE