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AVELLINO – «E’ stata un’accoglienza fantastica. Ora tocca a me». E’ così che il nuovo Procuratore della Repubblica di Avellino Domenico Airoma sintetizza la mattinata di impegni per la presa di possesso ufficiale alla guida dell’Ufficio inquirente di Piazza D’Armi. Niente proclami sul futuro ma un impegno nel presente. Questo l’incipit dell’intervento durante la cerimonia che si è svolta in mattinata nell’Aula di Corte di Assise da parte del Procuratore Airoma. A testimonianza del quale c’è lo stesso fatto di scegliere un giorno di udienza per insediarsi alla guida. Al suo fianco c’è il Procuratore Aggiunto Vincenzo D’Onofrio e il presidente del Tribunale di Avellino Vincenzo Beatrice e due presidenti delle Sezioni Penali del Tribunale di Avellino, Roberto Melone e Luigi Buono.

A salutare l’insediamento del nuovo magistrato alla guida della Procura di Avellino ci sono anche i rappresentanti dell’Avvocatura, il presidente della Camera Penale Luigi Petrillo ed il rappresentante del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Avellino Nello Pizza. E proprio all’Avvocatura e al consolidamento del rapporto che è cresciuto durante questa fase di emergenza, Airoma ha voluto garantire che ci sarà un confronto continuo ed una collaborazione «sempre con grande lealtà e il rispetto reciproco, perché conoscete la stima e il rispetto della vostra funzione da parte mia».

E c’è una sfida da portare avanti in comune, quella del processo penale telematico. Affrontare la sfida del processo penale telematico insieme- ha spiegato Airoma- perchè l’organizzazione è per l’uomo, sicuramente continueremo questa collaborazione». Ma l’appello più importante è quello alla comunità, chi si impegna per i propri territori e le comunità, come ha voluto evidenziare il magistrato, si fa i «fatti propri».

E quindi l’auspicio per lui è che siano in tanti con questo impegno si facciano i «fatti propri». «Conto molto sulla collaborazione della comunità, che è fondamentale in generale per il lavoro del magistrato, in particolare per quello del pubblico ministero. Dico sempre che noi interveniamo purtroppo quando gran parte del male è stato già compiuto. Se riuscissimo, grazie al contributo delle istituzioni ma anche con le associazioni ed il volontariato che sono particolarmente presenti in città e nel resto della provincia, potremmo fare delle belle cose anche sotto il profilo preventivo oltre che repressivo. Conto molto su questa cosa, perché conosco questa realtà e so bene che ci sono importanti testimonianze di impegno. Ripeto, pensare che al di la dell’insostituibile ruolo che ha la polizia giudiziaria, pensare che sia l’unico contributo possibile testimonia una visione parziale dell’intervento. E’ un appello forte all’intera comunità irpina, a tutta la popolazione della provincia. «Perché il lavoro di noi magistrati non può prescindere dalla collaborazione di tutta la comunità, tutte le persone perbene della comunità irpina. Sono convinto che con il vostro aiuto potremo fare qualcosa di buono per la città di Avellino e di tutta la provincia ».

E c’è l’impegno su quello che sarà il lavoro contro ogni forma di criminalità: «Amministrare la giustizia non è semplice soprattutto in questi tempi – ha detto – soprattutto in tempi in cui la magistratura non attraversa un buon momento. Il mio scopo è quello di cercare di costruire un’immagine fondata sul servizio, sull’impegno quotidiano e costante per le persone perbene. I criminali, di qualsiasi colore abbiano i colletti, rappresentano i nostri unici nemici. Questa sarà la bussola della nostra azione. Se ci saranno errori chiederò personalmente scusa, ma se c’è una cosa che posso assicurare è l’impegno quotidiano e costante».

Ed infine la necessità di indagare a fondo anche quando appare che la criminalità sia ferma: «Conosco bene la realtà dell’Irpinia, quindi so quanto sia soltanto un’apparente coltre di sonnolenza, ma che occorre sempre indagare e scendere in profondità. C’è una criminalità che vive e bisogna contrastare con intelligenza e costanza».

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