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ARIANO IRPINO- Ariano riparte, Ariano rialza la testa, ma prima rende omaggio alla memoria delle 30 persone che sono morte a causa del Covid nella città del tricolle, 46 in tutta la diocesi, e a tutte le altre decedute in periodo di pandemia. In un pomeriggio ventoso, il vescovo mons. Sergio Melillo ha dato il benvenuto alle famiglie dei defunti, alle autorità, tra loro il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, alle persone che hanno voluto far sentire la loro presenza. «Ho deciso di accompagnare con la preghiera tutti coloro che non hanno potuto avere un funerale», ha detto il vescovo, che ha concelebrato nell’Arena Mennea assieme agli altri parroci, davanti alla platea organizzata nelle forme previste di distanziamento.


Nomi, cognomi, storie, ricordi, tutto è ritornato alla memoria, in questo tardo pomeriggio in cui le parole speranza, fede, coraggio, sono risuonate tante volte.
Assieme alla passione, quella, dice il vescovo, «che abbiamo vissuto in questo lungo periodo e in cui abbiamo sperimentato dolore e morte, lungo una via dolorosa per approdare alla redenzione dei fratelli defunti, e per vivere noi da risorti». E’ stato il giorno in cui i pensieri sono andati alle vittime di Ariano, mentre volavano i palloncini verdi, ai tanti malati che per fortuna ce l’hanno fatta, è stato il giorno in cui il pensiero è andato a Franco Lo Conte, a suor Emilia Scaperrotta, a mons. Antonio Di Stasio, che invece non ce l’hanno fatta.


Il vescovo di Ariano ha esortato a percorrere con la memoria del cuore quanto è accaduto, «una storia che ci carica di responsabilità – ha esortato – questo è il tempo del coraggio, di andare oltre le plausibili incertezze, ora è il tempo della ragione, del senso della vita, dopo i giorni della fragilità ma anche della riscoperta dell’essere uomini. E’ il tempo dell’annuncio di redenzione, di riscatto, in cui costruire pensieri e progetti concreti, è il tempo degli affetti più veri, con l’impegno che deve accomunarci con le nuove generazioni che non devono abbandonare questa terra». Per il vescovo di Ariano è il tempo della prosecuzione del nostro viaggio, e ritrovare noi stessi, oltre i nostri umani limiti e i nostri umani progetti. Tendere la mano a chi ha bisogno, pane, lavoro e quindi futuro: dobbiamo essere amici, in senso di fraternità sincera, avere a cuore la vita degli altri in questa dolce terra di mezzo», dice rivolto ai rappresentanti istituzionali presenti.


«Ci attende un cammino difficile, ma l’obiettivo – ha ribadito – è abitare le nostre comunità, il territorio, rinsaldare le nostre relazioni. Il mio invito è tenere a cuore il futuro della nostra gente». Il futuro, dunque. Quello che ha sollevato la commissaria prefettizia, Silvana D’Agostino che, rivolta al governatore De Luca, e davanti al prefetto Paola Spena, ha chiesto maggiore attenzione, perché il settore turistico possa decollare, con politiche mirate, assieme al settore commerciale, anche questo fondamentale per una città così operosa e desiderosa di riprendere in mano il suo destino. Altra battaglia ancora da compiere, l’inserimento di Ariano nell’articolo 112 del decreto di rilancio.


Per il presidente della Regione era doveroso essere qui, ha detto ai cronisti, per testimoniare la vicinanza alle famiglie delle vittime, per dare un segnale di concretezza e di speranza. Il dato certo, per il governatore, è che «Ariano è oggi una città sicura, e stiamo parlando di un territorio vastissimo, dove è stato effettuato uno screening sierologico di massa a cui gli arianesi si sono sottoposti con grande responsabilità. Ed ora – ha concluso rispondendo alle sollecitazioni – bisogna ripartire dall’economia».

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