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BAGNOLI IRPINO (AV) – C’era tanto di cui dire, in questo primo agosto in cui la marcia rosa delle donne Amdos e Amos, assieme al chirurco oncologo Carlo Iannace, si è diretta sull’altopiano del Laceno. E in effetti le parole salute, solidarietà, Covid, sanità, ricerca, sono risuonate più volte. Nel riavvolgere i fili di una storia non ancora chiusa, quella della pandemia, ci si è scoperti tutti ancora fragili, necessariamente sempre a distanza interpersonale, anche in una ambientazione tanto vasta come questa del Laceno. Tante le persone arrivate fin qui, diversi gli amministratori comunali e i sindaci, certo, non nei numeri delle precedenti precedenti camminate rosa tradizionalmente svolte da Mercogliano al centro di Avellino. Ma ancora una volta il segnale è stato dato, ovvero prevenzione, ovvero sanità di qualità e al passo con le esigenze sempre più urgenti, sempre più veloci. Ed è questa la parola su tutte che aleggia sulle teste e nel cuore delle tante persone, che ieri mattina hanno sfidato il caldo, la distanza in termini chilometrici e le norme anti-covid. Certo, cose di poco conto, evidentemente, per chi ha visto il cancro in faccia. Ma è stata la giornata che ha segnato anche altri punti, che riguardano il territorio e il suo sviluppo.


Carlo Iannace ferma due momenti: il ricordo delle vittime Covid, e il terremoto in Irpinia, di cui ricorre il quarantennale. Due tragedie, ma anche due eventi nefasti dai quali le comunità hanno dimostrato di sapersi risollevare. Il collante di tanto dolore è stata ed è la solidarietà, quella che ha unito tante gente, quella che visto in campo eroi come i medici e gli infermieri. Avanti ci sono le nuove sfide, ha ripreso Iannace: la ricerca, la sperimentazione e i farmaci di ultima generazione per affrontare i tumori più aggressivi.


C’è un’altra parola che è risuonata spesso ieri mattina, il superamento dello stato del commissariamento della sanità in Campania. Questo porta a lavorare per costruire le eccellenze in sanità, argomento a cui si collega l’oncologo Cesare Gridelli. Il Moscati è il primo ad aver avviato la rete oncologica. «Ciò significa prendere in carico un paziente e accompagnarlo, senza circoli viziosi, perché seguito in ambito multidisciplinare. La rete, finanziata dalla Regione, ha permesso di aprire all’assistenza domiciliare, e dunque riecco la presa in carico. Tutto questo era pressocché inesistente, ma è anche un modello che necessita di un lavoro organizzativo e finanziario, oltre che di controllo, cosa che sta avvenendo da parte della Regione in collaborazione con i direttori di oncologia e delle aziende sanitarie e ospedaliere». Recuperare altri ritardi, incalza Gridelli, mentre annuncia dal primo settembre l’avvio di un “programma di guerra” per finalizzare tutte le attività, passaggio ora favorito dopo l’uscita dal commissariamento.
Rosetta D’Amelio è stata presente ad ogni camminata rosa, a Lioni si è festeggiato il guinness della sciarpa rosa più lunga. Bene
la decisione di De Luca per la radioterapia ad Ariano, e con il Piano di zona il finanziamento per le parrucche alle donne. Anche questo fa parte di quella presa in carico di cui parlava Gridelli.


«E’ un miracolo esssere fuori dal commissariamento, ma la battaglia è su più fronti – ha continuato la presidente del Consiglio regionale – Siamo in tempo di Covid, non ne siamo usciti, ma l’impegno deve proseguire. Più screening e più prevenzione significa battere il cancro sul tempo». Partire dalla salute è la risposta migliore che si possa dare, quando ci sono sfide personali e sanitarie di questa portata, come un cancro, o come una pandemia, ha detto intanto ai microfoni dei cronisti il vicepresidente della Giunta regionale, Fulvio Bonavitacola. «Partire dalla salute è un modo per ricongiungerci con noi stessi. L’esperienza di questi mesi ci dice che non esistono verità assolute, né sappiamo se il virus è avanti o dietro di noi, di fatto è accanto a noi, e dunque saper gestire il momento, con l’osservanza delle regole, è l’atteggiamento giusto».


E mentre il direttore generale del Moscati, Renato Pizzuti, rilancia sulla necessità di fare prevenzione, il presidente della commissione regionale agricoltura, Maurizio Petracca, sintetizza il senso della giornata in tre parole, “prevenzione, solidarietà e territorio”.
Il vescovo altirpino, Pasquale Cascio, ha ricordato quanti si sono prodigati per l’emergenza sanitaria ed ha rivolto un appello affinché, al momento del vaccino, quando sarà pronto, esso possa essere destinato a tutti, e perché gli ultimi non vengano lasciati indietro.

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