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AVELLINO – «Niente allarmi. Era prevedibile che dopo la fine del lockdown ci fossero nuovi focolai, ma ora non siamo nelle stesse condizioni di qualche mese fa e ci sono tutte le misure necessarie, a partire dalle mascherine».

Per il professore Nicola Acone, infettivologo che durante l’emergenza Covid è stato uno dei consulenti del Comune di Avellino nella campagna di screening eseguita a Campo Genova e anche in prima linea con l’Ordine dei Medici per seguire nei giorni complicati del lockdown del contagio. E rispetto ai casi delle ultime ore il professore Acone ritiene che non devono destare allarme. Ovviamente le misure di distanziamento sociale e l’uso della mascherina vanno rigorosamente rispettati. Piccoli focolai che possono essere contenuti.

Professore Acone, avete seguito nelle ultime quarantotto ore questo ritorno del virus in Irpinia con un paziente finito anche incubato?
«E’ inevitabile che ci siano piccoli focolai, lo abbiamo già detto, ma le condizioni sono diverse. Abbiamo la possibilità di usare le mascherine e di fare tutte le indagini possibili e si fanno tutti i tracciati e conseguentemente i tamponi si possono isolare. Ripeto. Era nelle cose. Se rileggessimo tutto quello che abbiamo detto, abbiamo sempre ritenuto che i piccoli focolai dopo il lockdown si sarebbero creati e andavano bloccati. Ma è un fatto del tutto inevitabile. Diciamo che siamo nella norma. Non ci devono essere allarmi, ma vanno utilizzate tutte le precauzioni possibili ». Sono importanti ancora le precauzioni? «Bisogna utilizzare la mascherina nei luoghi chiusi e lavarsi spesso le mani. Ripeto, questi focolai erano nelle cose e ci saranno anche in autunno. Ma le precauzioni sono fondamentali ».

Quindi il timore di una seconda ondata in autunno non sembra così concreto?
«Non credo ci sarà una seconda ondata ma qualche piccolo focolaio qua e la. Dal momento in cui si fanno i tamponi, il focolaio si blocca. Non siamo presi alla sprovvista come è avvenuto qualche mese fa. Diciamo che noi dobbiamo continuare a convivere con il virus e nelle nostre zone, quasi tutti continuano ad avere comportamenti corretti da questo punto di vista».

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