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Sessanta bambini in isolamento in attesa dei tamponi in due comuni dell’Alta Irpinia e altri in tutta la provincia. Una situazione che appare particolarmente preoccupante nonostante la Dad sia da qualche giorno l’unica attività per le scuole. A partire da Lioni, dove ci sono 35 bambini in isolamento in attesa che vengano sottoposti al tampone.

A Bisaccia l’ultimo bollettino parla di 25 bambini in quarantena perchè contatti di positivi e in attesa di tampone. A Calitri è stato lo stesso sindaco Michele Di Maio a sottolineare come il focolaio abbia coinvolto tantissimi giovanissimi, tanto da costringerlo a decretare la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado, al di là della decisione di De Luca.

Il focolaio ha partito da oltre 15 casi di positività quasi tutti di età scolare. Intanto, è stato respinto anche il ricorso presentato a nome di un gruppo di genitori irpini, dall’avvocato Gianpaolo La Sala. Nell’istanza si chiedeva la sospensione del provvedimento firmato sabato scorso dal governatore De Luca solo nella parte relativa ad asili nido, scuola dell’infanzia ed elementari. Il Tar Campania ha bocciato il ricorso per le stesse ragioni per le quali è stato respinto il ricorso del Codacons.

Si ribadisce la legittimità della sospensione delle lezioni in presenza decisa da De Luca perché improntata al principio di cautela nel bilanciamento di due interessi (salute e istruzione) e in virtù di un quadro epidemiologico caratterizzato dalla diffusione delle cosiddette varianti del Covid19, connotate da maggiore diffusività nella popolazione anche più giovanile e che su tale circostanza risultano incentrate le valutazioni della Unità di crisi regionale.

Intanto, arrivano dal Cts le raccomandazioni di prevedere lezioni solo a distanza in tutte le scuole nelle zone rosse regionali o locali, ma anche oltre il superamento di una certa soglia di incidenza, a prescindere dal colore. Mentre l’analisi di Save the children, ad un anno dal primo lockdown, rivela come dall’inizio dell’anno scolastico sono forti le differenze nella frequenza delle scuole in varie città capoluogo d’Italia. Dall’analisi condotta emerge come gli studenti si siano trovati a frequentare anche per molto meno della metà dei giorni teoricamente previsti.

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