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AVELLINO- Anche in Irpinia cresce la paura per i nuovi contagi ed in particolare per gli effetti che avranno a partire dal 5 maggio gli eventuali e potenziali positivi asintomatici sulla fine del lockdown. A riaprire la parentesi sono i dati delle ultime ore, in particolare sul fronte dei contatti dei casi positivi per cui solo negli ultimi giorni l’Asl di Avellino ha impresso un’accelerazione. A partire da Cervinara, dove c’erano state anche attese lunghissime per avere un tampone da parte della stessa Asl. Nella notte di lunedì la città della Valle Caudina ha scoperto di sette casi di positività al Covid, quattro dei quali riferito ad un unico nucleo familiare. Su questa catena di contagi nel comune caudino e’ stata la stessa azienda di Via Degli Imbimbo ad indicare una presumibile causa nella nota ufficiale diramata all’una di notte dal suo ufficio stampa. Per il nucleo familiare e le quattro persone risultate positive “asintomatiche residenti nel comune di Cervinara appartengono ad un unico gruppo familiare (già “contatto stretto” di un caso positivo) suddiviso in più unità abitative tra loro vicine e confinanti, ove, presumibilmente, il mancato rispetto dell’obbligo dell’isolamento ha determinato la diffusione dell’infezione, con conseguenziale necessità di accertare le eventuali responsabilità”. Una ricostruzione che apre uno scenario di violazione della quarantena, che però è stata smentita dalle dichiarazioni del sindaco di Cervinara Filuccio Tancredi. Undici i nuovi casi positivi per cui dopo giorni in cui i casi erano risultati al massimo 4 o come domenica addirittura zero, la curva del contagio è di nuovo salita. Uno screening che arriva in ritardo, visto che alla fase due mancano ormai meno di sette giorni. Intanto per l’Asl scatta un’operazione di intensificazione bis : “Su 9 casi su 11, risultati positivi al tampone, riguardano soggetti asintomatici e contatti di soggetti già positivi e, dunque, in vista della fase di parziale riapertura delle attività sociali ed economiche, l’ASL ha intensificato il piano di screening sulla popolazione per rintracciare quei soggetti che, pur non presentando i sintomi da COVID 19, posso rappresentare un veicolo di contagio dell’infezione”. Contatti dei pazienti risultati positivi a cui solo negli ultimi venti giorni sono stati praticati i test. E questo lo ha confermato la stessa Asl, che sempre nel rendicontare su quella che è l’attività delle Unità Mobili, ha messo in evidenza come si attendevano ancora gli esiti di 26 tamponi eseguiti dopo i test rapidi. In buona sostanza in 20 giorni i 17 medici delle unità mobili hanno eseguito questo screening sui “contatti stretti” di soggetti già positivi al COVID, raggiunti a domicilio e sottoposti a visita di controllo e test rapido. In totale sono stati eseguiti 554 test rapidi , sono risultati positivi al test 92 soggetti, sottoposti a conferma del tampone naso – faringe. E proprio sui 92 tamponi, 14 sono risultati positivi, 60 sono risultati negativi; per i restanti 26 si è in attesa del risultato. Quello che dovrebbe arrivare nelle prossime ore e far comprendere se per la fase due c’è ancora o meno il rischio di nuovi contagi. Intanto sul caso di Cervinara è intervenuto il primo cittadino Filuccio Tancredi, che ha invitato alla prudenza senza però panico per i casi registrati, che sarebbero circoscritti: “In realtà l’Asl già da diversi giorni ha sottoposto a tampone tutti i familiari dei sei positivi per verificare se vi erano altre positività all’interno dei nuclei familiari. E sono state riscontrate sette nuove positività, ma la notizia confortante è che sono state riscontrate tra i nuclei familiari dei soggetti già positivi. Per cui non parliamo di nuovi “focolai” che erano in quarantena da più di un mese. La regola dei 14 giorni a mio avviso e anche quello di medici con cui mi sono confrontato non è indicativa. Per un virus che non conosciamo, la cosa che fa mettere in evidenza è che questi nuovi casi di positività arrivano dopo 50 giorni di distaccamento dai propri familiari in cui è stato rispettato il distanziamento sociale, per cui dimostra il fatto che non è vero che i 14 giorni sono i tempi di incubazione e di contagio. Questo dimostra che bisogna stare molto attenti e che la pandemia non è finita, ma posso assicurare che il fenomeno è circoscritto e tenuto sotto controllo”.

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