X
<
>

Condividi:
2 minuti per la lettura

AVELLINO- Neanche lo stato di agitazione proclamato dal personale infermieristico per ora è riuscito a dare la stura al caos che riguarda il Pronto Soccorso del Moscati di Avellino. Anche quella di ieri è stata infatti un’altra giornata di disagi e sovraffollamento in Contrada Amoretta. Anche nella giornata di ieri si è registrato infatti un accesso super al Pronto Soccorso. Una situazione di sovraffolamento almeno fino alle quattordici. A quanto pare erano esaurite barelle dove mettere i pazienti. Dopo le 14 la situazione è migliorata, ma resta comunque abbastanza problematica e sarà presto all’attenzione del prefetto di Avellino Paola Spena. Tra le varie criticità segnalate rispetto alla condizione del Pronto Soccorso c’è anche quella che la Nursind ha annunciato di voler portare all’attenzione del prefetto, riguarda i malati onco ematologici. In Pronto Soccorso infatti, secondo il sindacato si stanno registrando da alcune settimane accessi di pazienti onco ematologici che vengono in pronto soccorso anche per eseguire delle emotrasfusioni. Si tratta di pazienti che sono immunodepressi e che potrebbero essere trattati a livello ambulatoriale o domiciliare e quando vengono trasportati, questo avverrebbe ancche in maniera impropria. Condizioni che si erano verificate già in passato ma nell’ultimo periodo si sta registrando un notevole aumento di questi accessi. La rete territoriale, a partore dal Landolfi, ormai da due mesi senza Pronto Soccorso è una delle maggiori criticità riscontrate. Pesa, come è stato stigmatizzato nella nota che ha proclamato lo stato di agitazione la chiusura da più di due mesi del Pronto Soccorso Landolfi di Solofra. Ma anche l’attesa dalle 4 alle 6 ore per accedere all’UnitàOperativa di competenza per i pazienti sospetti e negativi. E nel mirino c’è pure l’ inadeguatezza della rete territoriale ed in questo caso si tratta di una competenza dell’Asl: «si registrano gravi criticità della rete territoriale soprattutto per quanto riguarda l’assistenza domiciliare a pazienti cronici e a sospetti Covid. Quest’ultimi anche se hanno condizioni cliniche stabili anziché essere assistiti a domicilio,vengono trasportati tramite il Servizio d’Emergenza-Territoriale presso il Pronto Soccorsodel Moscati. Nonostante l’attivazione delle USCA (Unità Speciali Continuità Assistenziali) da parte dell’ASL di Avellino, l’assistenza di questi pazienti è affidata quasi totalmente agli Ospedali con gravi ripercussioni sui Dipartimenti d’Emergenza/ Accettazione». In attesa che il Prefetto ora convochi le parti, quello che si registra è iul silenzio da parte dei vertici dell’Aziena Ospedaliera, impegnati in questi giorni in una corriopondenza con l’Asl di Avellino sulla gestione della Centrale Operativa. Ancora disagi, nonostante siano passati due mesi e mezzo dall’inizio dell’emergenza.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE