X
<
>

Condividi:
2 minuti per la lettura

AVELLINO – Da inizio 2020, a Napoli, sono già 17 i giorni di sforamento per le Pm10. E’ il dato di Mal’aria, report annuale di Legambiente sull’inquinamento atmosferico in città, che quest’anno scatta una triplice foto sul nuovo anno che si è aperto con città in codice rosso, sul 2019 e sul decennio che appena concluso. E l’emergenza smog in Campania è “cronica”: nel 2019, secondo il report, il 28% delle centraline monitorate ha superato i limiti dei 35 giorni consentiti per Pm10. E il record negativo spetta a Napoli: nelle prime tre settimane del 2020 sono già 17 i giorni di sforamento per Pm10. L’analisi prende in considerazione anche gli anni dal 2010 al 2019 e Napoli, 10 volte su 10, ha superato ogni anno i limiti giornalieri di PM10 con oltre 2000 giorni di inquinamento in città. Seguono Avellino con 8 su 10, Benevento 7 su 10, Caserta solo 3 su 10. L’aria, fanno sapere da Legambiente, diventa sempre più irrespirabile “a causa delle elevate concentrazioni delle polveri sottili, dell’ozono e del biossido di azoto che causano, tra l’altro, danni alla salute dei cittadini e all’ambiente circostante”. Nelle prime tre settimane del 2020, oltre 3 giorni su 4 i napoletani dall’inizio dell’anno hanno respirato smog. Hanno fatto peggio solo San Vitaliano e Volla in provincia di Napoli con 18 sforamenti. L’emergenza smog, nel 2019, non è un’eccezione: a evidenziarlo “so – no i dati dell’Arpac, elaborati da Legambiente, che vedono nel decennio 2010-2019 Napoli in testa alla classifica per i superamenti di Pm 10: 10 volte su 10 ha superato ogni anno i limiti giornalieri”. Per quanto riguarda gli altri inquinanti, Caserta e Avellino sono coinvolte per i superamenti dei limiti per l’ozono rispettivamente con 52 giorni e 46 giorni. Legambiente ricorda che l’inquinamento atmosferico è al momento la più grande minaccia ambientale per la salute umana ed è percepita come la seconda più grande minaccia ambientale dopo il cambiamento climatico. A pagarne le conseguenze sono i cittadini. Ogni anno sono oltre 60 mila le morti premature in Italia dovute all’inquinamento atmosferico che determinano un danno economico, stimato sulla base dei costi sanitari comprendenti le malattie, le cure, le visite, i giorni di lavoro persi, che solo in Italia oscilla tra 47 e 142 miliardi di euro all’anno (330 – 940 miliardi a livello europeo). Ad Avellino il sindaco Gianluca Festa ci sta provando a limitare i danni: ad esempio spostando il terminal bus da piazza Kennedy, una delle zone più inquinate della città, al piazzale dello stadio. Ma servono interventi di maggiore impatto, un piano di mobilità che rivoluzioni il traffico in città, limitando gli spostamenti con le automobili con un potenziamento del trasporto pubblico.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE