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AVELLINO- L’inchiesta sul verde pubblico di Procura e Guardia di Finanza blocca la determina di liquidazione all’impresa beneventana finita nel mirino delle indagini, che era stata predisposta dagli uffici di Palazzo di Città, costretti ad un vero e proprio dietrofront quando sulla vicenda è stato chiaro che c’era «un’indagine penale», con tanto di visita dei militari delle Fiamme Gialle che hanno chiesto lumi sugli atti all’ente. Una sorta di «pasticcio» a cui hanno dovuto rimediare gli stessi uffici di Palazzo di Città. Tutto è scattato a fine settembre, quando con una nota firmata dal dirigente Gaetano D’Agostino è stato disposta la determina di pagamento per il «Servizio di manutenzione ordinaria di gran parte delle aree a verde pubblico – durata fino al 31.12.2019. RDO n.2333038 del 20.06.2019 sul Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione (MePa). Approvazione Stato finale e liquidazione alla ditta appaltatrice ».

Nella determina si legge che gli uffici possono «procedere all’approvazione dello lo stato finale relativo al servizio di “manutenzione ordinaria di gran parte delle aree a verde pubblico – durata fino al 31.12.2019” dell’impor – to di euro 85.506,43 al netto del ribasso del 33,69% da cui risulta, dedotto l’importo del primo certificato di pagamento, il credito dell’impresa di euro 52.018,96di poter liquidare e pagare alla ditta …. relativa al servizio di “manutenzione ordinaria di gran parte delle aree a verde pubblico – durata fino al 31.12.2019. dell’importo di euro 52.018,96 oltre IVA per un importo complessivo di euro 63.463,13». Qualche giorno dopo, il 14 ottobre , lo stesso dirigente insieme a quello del settore finanziario (entrambi estranei all’inchiesta che vede indagati altri due ex dirigenti del Settore all’epoca dei fatti ndr) firmano una determina di annullamento di quella precedente.

Perhè si legge: «che relativamente al procedimento in questione è pendente una indagine penale non ancora chiusa; che, pertanto, fermo la predisposta verifica tecnica ricognitiva, protocollata con nota di prot. 73329/2021, dalle cui risultanze non si sono evidenziate motivi ostativi di natura prettamente tecnica, si è ravvisata la necessità di richiedere un chiarimento/ parere giuridico-legale in merito alla possibilità della chiusura del procedimento in pendenza di tale indagine penale e ciò al fine di accertare se vi siano altri eventuali impedimenti di naturale giuridico-legale-penale alla chiusura del predetto procedimento».

L’inchiesta della Procura di Avellino vede quattro indagati già iscritti nel registro dei pm avellinesi, ai due funzionari comunali già oggetto di perquisizione e sequestro dei pc (non sono quelli che hanno firmato gli atti sospesi ndr) , si erano infatti aggiunti anche i due imprenditori che sarebbero stai interessati da alcune delle procedure finite all’attenzione dei magistrati e delle Fiamme Gialle del Nucleo Tutela Spesa Pubblica, tutto avvenuto nel novembre del 2019 a Palazzo di Città . Per tutti a vario titolo le accuse provvisoriamente contestate dalla Procura di Avellino vanno dalla truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, turbata libertà degli incanti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, abuso d’ufficio in concorso. Nel mirino due gare d’appalto tramite Mepa. L’ultimo atto era stato un avviso di proroga delle indagini.

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