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AVELLINO- Non solo controlli più stringenti contro gli abbruciamenti di residui vegetali e per l’utilizzo dei sistemi di riscaldamenti, per mitigare i livelli inquinanti torna in ballo anche la limitazione al traffico veicolare. Questo uno dei dati emersi dal tavolo tenutosi ieri mattina a Palazzo di Governo, presieduto dal Prefetto Paola Spena, ed allargato alla presenza dei sindaci di Avellino, Atripalda, Manocalzati, Mercogliano, Monteforte Irpino, Montefredane Pratola Serra ( rappresentato da un membro della Commissione Straordinaria), del Direttore generale dell’Arpac, i vertici di Questura e Carabinieri, il rappresentante della competente Direzione generale della Regione e delle associazioni ambientaliste. Il Prefetto, nell’evidenziare che il problema polveri sottili è scaturito da vari fattori seppure con pesi diversi, ma anche condizionato dalla conformazione geomorfologica del territorio e dalle condizioni meteoclimatiche , ha spronato i sindaci a non dimenticare il Protocollo d’intesa sottoscritto nel 2019 che prevede misure mirate contro abboccamenti, riscaldamenti e traffico veicolare, tra l’altro come delicato anche dal recente Piano Regionale per la qualità dell’aria.

Per questo a margine del lungo confronto è stata ribadita la necessità che i comuni ragionano in termini di Area vasta e mettano in campo, fin da subito, adeguati interventi a partire dalle ordinanze di divieto degli abbruciamenti, con controlli puntuali che saranno eseguiti con il supporto del Gruppo Forestale dei Carabinieri. Quindi il problema traffico veicolare: “La prossima settimana- ha annunciato il Prefetto Spena- al fine di attuare una limitazione alle autovetture, in particolare quelle maggiormente inquinanti, si terrà un apposito incontro tecnico con la partecipazione delle Polizie Municipali dei comuni interessati, Provincia ed Anas per definire tempi e modalità dell’intervento da mettere in campo prima dei momenti più critici dell’anno, che risultano essere i mesi di dicembre e gennaio”.

L’Arpac, presente al tavolo con il direttore Stefano Sorvino, ha assicurato una implementazione del monitoraggio sul territorio anche attraverso il ricorso ad ulteriori centraline mobili. Sarà avviata al contempo una collaborazione tra Regione, Arpac e Osservatorio Meteorologico di Montevergine per individuare i flussi informativi verso gli enti locali al fine di attivare in tempo utile un dispositivo di alert che, al ricorrere di condizioni meteoclimatiche tali da favorire l’incremento di polveri nell’aria, segnali situazioni di rischio ed i conseguenti interventi a tutela dell’ambiente e della salute. In merito alle azioni di monitoraggio, il Sindaco di Avellino Gianluca Festa ha evidenziato la necessità di integrare l’attuale sistema delle centraline per verificare con maggiore puntualità lo stato dell’aria in città. Il primo cittadino di Mercogliano, Vittorio D’Alessio, invece ha confermato il suo scetticismo rispetto ad un divieto assoluto degli abbruciamenti, “anche perchè non abbiamo ancora elementi scientifici che lo provano.

Lo stesso è capitato quando tutti erano convinti che fossero le auto da inquinare, poi durante il lockdown con la circolazione veicolare ridottissima, le polveri sottili non sono diminuite. Io ritengo- ha aggiunto- che gran parte del problema sia generato da caldaie, camini e forni delle attività commerciali”. A ribadire che sono diverse e concatenate le cause che generano l’avvelenamento dell’aria, il Presidente del Comitato “Salviamo la Valle del Sabato” Franco Mazza: “L’argomento deve essere affrontato in tutti i suoi aspetti, che non sono solo quelli relativi ai roghi agricoli, che sicuramente in alcuni periodi dell’anno contribuiscono molto al peggioramento della qualità dell’aria – sottolinea – . Lo diciamo da sempre, ci vogliono competenze tecniche su traffico, riscaldamenti, emissioni industriali e attività agricole”.

Presente all’incontro anche Antonio Di Gisi, presidente di Legambiente Avellino l’Alveare, che ha portato in Prefettura un documento con dieci proposte sottoscritte da 22 associazioni che, tra l’altro, puntano i riflettori anche su una complessiva indagine epidemiologica nelle aree più critiche, senza dimenticare che il ragionamento va allargato anche ai territori del serinese, dell’alta Valle dell’Irno, estendendo la partecipazione alle ulteriori Istituzioni competenti in materia, come Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno e Istituto Superiore di Sanità e CNR. Sullo sfondo il rammarico degli Agronomi per non essere stati inviati al tavolo prefettizio, augurandosi di essere auditi per le prossime sedute. “Basta considerare gli abbruciamenti dei residui vegetali unico colpevole degli sforamenti. dice il Presidente Antonio Capone- Si può fare, ma con determinate regole. Speriamo di essere ascoltati. bisogna cercare di fare sforzi comuni, per far convivere il mondo agricolo con il mondo urbano”.

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