X
<
>

Condividi:
3 minuti per la lettura

Non è tutto oro quel che luccica”. Un antico proverbio che sintetizza le difficoltà che, almeno in questa fase, gli amministratori di condomino stanno riscontando per poter richiedere l’accesso al super bonus 110% per la ristrutturazione green degli edifici privati.
Se da una parte la detrazione fiscale nella misura del 110% a fronte degli interventi realizzati entro 31 dicembre 2021 appare come una occasione ghiotta per ristrutturare palazzi ormai datati e adeguarsi anche dal punto di vista dell’efficientamento energetico, dall’altra alla prova dei fatti accedere alla misura non è così semplice come a dirsi. Per gli interventi effettuati sul condominio e che danno diritto al superbonus è l’amministratore di condominio a dovere eseguire gli adempimenti necessari per godere del beneficio fiscale.


“Abbiamo avviato la fase delle assemblee condominiali sia per uno scopo informativo che per recepire domande e dubbi delle famiglie- racconta Laura Valente, amministratrice di diversi condomini nella città di Avellino, tra cui la zona di via Due Principati, dove notoriamente sorgono fabbricati realizzati da decenni- Fermo restando la validità della misura e l’occasione per ammodernare i palazzi, l’iter burocratico non è di semplice interpretazione. Una miriade di cavalli che, se non adempiuti in maniera corretta, rischiano di far saltare il banco. Occorre risalire a tutti i riferimenti normativi, i dati catastali, recuperare certificazioni da parte dei consulenti fiscali, predisporre studi di fattibilità con le imprese che, tra l’altro, non sempre sono disponibili ad accettare un credito d’imposta che vincola l’azione con un solo anno a disposizione e il timore di non rispettare i cronoprogrammi”. Non meno complicato arrivare all’accordo di tutti i condomini che dovranno esprimere la volontà a voler eseguire i lavori proposti. “Personalmente- continua a dire Valente- mi affianco di diversi professionisti del settore, ingegneri e tecnici che riescono ad entrare nel merito di ogni dubbio avanzato dai condomini. Il primo passo è capire se c’è la volontà da parte di tutti a voler accedere al super bonus, quindi nelle riunioni successive accogliamo le proposte sulla scorta dell’informativa illustrata negli incontri precedenti. Ancora più complicato intavolare un ragionamento di abbattimento e ricostruzione di un fabbricato. In quel caso ci vuole l’unanimità, occorre scegliere una società per dare il mandato del progetto e tutti i passaggi successivi che, come detto, appaiano come un vero i caos”.

Dei problemi organizzativi che si riscontrano nella parte burocratica, parla anche l’amministratore Ubaldo Del Mastro: “La procedura per accedere al superbonus è abbastanza macchinosa, soprattutto a livello documentale. E’ chiaro che questo aspetto genera difficoltà operativa anche a livello organizzativo con tutti i condomini. Lo stesso vale per le imprese che non tutte si montano disponibili ad effettuare i lavori, anche perchè lo stesso meccanismo della cessione d’impresa non è semplice, e non tutte le società edilizie sono strutturate per accadervi”. La stessa proroga per la realizzazione dei lavori, per Del Mastro in questo momento storico potrebbe rappresentare un’arma a doppio taglio. “La proroga della consegna dei lavori a dicembre 2022 è legata al piano di Recovery Found, ma resta da capire se la Commissione europea approverà tutta la bozza- dice sul punto l’amministratore di condominio- Al momento non dobbiamo attenerci alla scadenza di fine dicembre e, in una provincia come quella di Avellino i lavori notoriamente possono entrate nel vivo in primavera a causa delle frequenti piogge invernali. Per questo le imprese a volte non vogliamo rischiare di accettare una programmazione sul lungo periodo. Sarebbe un rischio maggiore”.


Per questo l’enorme numero di adempimenti gravanti sui professionisti ma anche sui committenti sono un deterrente da non sottovalutare. Intanto fioriscono i “general contractor” che si offrono di gestire tutto, dalla banca all’impresa, dalle certificazioni agli sconti in fattura. Ma tutto questo costa, almeno il 20-30% dell’importo tra i mille rivoli di consulenze che serviranno a tutelarlo. E le offerte che non sempre provengono da strutture davvero attrezzate e competenti.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE