X
<
>

Condividi:
2 minuti per la lettura

Il settore aerospaziale è quello che sconta maggiormente la crisi da Covid. E’ nello stesso tempo uno di quelli che in Irpinia, almeno se parliamo di grande industria, traina l’economica delle aree interne, una eccellenza, un enclave di tecnologia in un territorio per la maggior parte a vocazione agricola.

Europea Microfusioni Aerospaziali Spa, o semplicemente EMA, è una fonderia di alta precisione leader mondiale per la produzione di palette rotoriche, statori e componenti di turbine dei più avanzati motori a reazione destinati all’aviazione civile, militare, alla propulsione navale ed alle turbogas delle centrali elettriche per la generazione di energia elettrica.

EMA realizza fusioni utilizzando super-leghe a base di Nichel e Cobalto di ultima generazione. EMA ha un unico stabilimento nel Sud Italia, a Morra De Sanctis, in provincia di Avellino.

Lo stabilimento Ema funziona da circa un anno metà, per ora regge, aspettando tempi migliori. Però ci sono dei segnali preoccupanti. “Qualche giorno fa – spiega Gaetano Altieri della Uilm – ho inoltrato una richiesta per un incontro su di una questione poco chiara che mi preoccupa. Mi riferisco, in particolare alla situazione degli impiegati. Come il resto degli operai lavorano a settimane alterne, almeno dovrebbero visto che ultimamente, per il mese di febbraio sono rimasti a casa per tempi più  lunghi. E’ venuta meno così l’intesa per la rotazione e questo mi porta a pensare che potrebbero essere collocati in cassa integrazione fissa”.

Oggi si produce la metà del potenziale produttivo dello stabilimento che impegna a rotazione di volta in volta la metà dei circa 750 operai. “Siamo ben lontano dalla saturazione della produzione e i prossimi mesi saranno molto duri”, commenta Altieri. “Il Covid ha colpito in modo molto forte il settore aerospaziale, i viaggi in aereo sono solo il 10% di quelli del periodo precedente alla pandemica”. Quali soluzioni? “Dobbiamo solo sperare che la campagna vaccinale si concluda presto e che si torni a viaggiare”. A essere in difficoltà è pure l’indotto, la rete di imprese irpina della Poema: altri 200 lavoratori di piccole imprese con un futuro incerto. “Che cosa succederà quando non ci sarà il blocco dei licenziamenti? Scatterà la cassa integrazione, ai lavoratori spettano 36 mesi. Speriamo però che la crisi finisca prima”.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE