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AVELLINO – “E’ stato un successo del presidente De Luca e di tutto l’entourage che lo ha accompagnato in questo percorso così difficile. Sono contento perché da cinque anni faccio parte di questa squadra. L’impegno mio e dei miei colleghi è stato massimo”. Così il direttore generale del Moscati, Renato Pizzuti dopo l’ok della conferenza stato-regioni all’uscita della Campania dal piano di rientro della Sanità. Per la Campania si chiude così una stagione di commissariamento iniziata ufficialmente nel luglio 2009 quando la sanità regionale aveva debiti per quasi 11 miliardi di euro. Da allora lo Stato ha commissariato il settore, controllando strettamente i conti, imponendo un piano di rientro che ha portato a fortissimi tagli sul personale con il blocco del turn over e a mancati investimenti nelle strutture. Il percorso è stato lungo, è passato per i cinque anni di governo del centrodestra con Caldoro ed è approdato alla gestione del centrosinistra dal 2015: il tutto con l’obiettivo di introdurre rigore nella contrazione della spesa e del risanamento dei bilanci. “Uscendo dal commissariamento – continua Pizzuti – la regione potrà autonomamente decidere il suoi destino, fare provvedimenti senza più essere controllata, nel bene e nel male, dagli organi centrali. Per il Moscati significa una maggiore serenità di gestione, programmare quello che c’è da fare in maniera più serena, rapportandosi in modo diretto con la regione senza poi passare sotto il gioco dei ministeri, avere a disposizione più di un miliardo di euro per le tecnologie, per l’edilizia sanitaria. Al Moscati c’è da rinnovare il parco tecnologico. Per l’ospedale di Solofra c’è bisogno di interventi strutturali che si stanno già avviando. Sono due presidi che devono necessariamente integrasi e fornire alla popolazione la migliore assistenza possibile”. E poi Maria Morgante, direttore nazionale dell’Asl: “Per noi è un grande risultato. E’ stato possibile grazie alla forza e alla determinazione del nostro condottiero, il presidente De Luca che è riuscito a creare un gruppo di lavoro che aveva come unico obiettivo la fuoriuscita dal commissariamento. Per noi significa tornare alla gestione ordinaria e dunque poter assumere nuovo personale dopo una carenza che durava da anni. Possiamo utilizzare i fondi dell’articolo 20 e dare dignità alle nostre strutture. Inoltre potremo anche creare una rete territoriale più ramificata ed efficiente”. Per l’ordine dei medici della Campania «è un risultato importante, pagato però a caro prezzo da chi è sul campo ogni giorno e che ora vuole giustamente vedere un concreto cambio di passo». Silvestro Scotti, presidente dell’Ordine dei Medici di Napoli, non si limita ad esprimere soddisfazione, consapevole delle grandissime difficoltà alle quali l’intera categoria dei medici va incontro ogni giorno amplia la portata del ragionamento ad un impegno multifattoriale al quale la politica regionale ora deve tendere. «I presupposti per un cambio di passo ci sono tutti – sottolinea il leader partenopeo dei medici – l’uscita dal Commissariamento non può che aggiungersi alle altre leve che spetta alla politica manovrare nel migliore dei medi per non sprecare una grande opportunità». Le leve alle quali fa riferimento Scotti sono ovviamente quelle del cosiddetto “Air”, Accordo integrativo regionale che riguarda la Medicina Generale, e quelle legate al Patto per la Salute (in modo particolare con riferimento all’aumento di dotazione del personale). Per quanto concerne l’Accordo integrativo regionale, sono diversi i cambiamenti in atto: infermieri e collaboratori di studio in tre anni in tutti gli studi dei medici, orari di copertura dell’assistenza aumentati con i medici in rete Aft. E ancora, possibilità di eseguire test diagnostici di primo livello con smart device, elettrocardiogramma, spirometria, demoscopia ed altri test, porteranno una vera e propria rivoluzione negli studi segnando una svolta nell’assistenza territoriale. Insomma, migliora l’assistenza dei cittadini campani più fragili e bisognosi di cure.

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