X
<
>

Condividi:
3 minuti per la lettura

“Un’occasione unica e irripetibile che non possiamo rischiare di non cogliere o di sprecarla per rivalità, contrapposizioni e conflitti istituzionali”. E’ il monito del ministero per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna, all’hotel De La Ville all’incontro promosso da Confindustria sullo sviluppo delle zone interne. Carfagna ricorda il finanziamento di 25-26 milioni per il completamento delle infrastrutture relative alla Zes di Valle Ufita insieme a quello per la realizzazione di lotti funzionali dell’Alta Capacità Napoli-Bari. “Il territorio irpino – osserva il ministro – diventa un territorio strategico non soltanto dal punto di vista industriale ma anche per valorizzare le enormi potenzialità turistiche e agro-alimentari”. Investimenti anche per le infrastrutture sociali nelle aree interne, dalla messa in sicurezza delle strade alle strategie anti spopolamento.

“Su un miliardo e 150 milioni di linea di finanziamento del Pnrr – continua Carfagna – sono già stati ripartiti 300 milioni dal decreto firmato da Inps e ministero e altri 100 milioni sono stati destinati per potenziare le cosiddette farmacie rurali: l’obiettivo è quello di trasformarle in veri e propri presìdi sanitari di prossimità. Le Zes individuate in provincia di Avellino sono quelle di Valle Ufita, Pianodardine ad Avellino e Lacedonia che vanno ad aggiungersi a quelle di Marcianise, Battipaglia, Nola e porto di Salerno per le quali sono previsti investimenti complessivi per 630 milioni”.

Emilio De Vizia presidente di Confindustria osserva che “il futuro delle nostre aree interne è legato allo sviluppo che saremo in grado di costruire intorno alla movimentazione sostenibile di persone e merci, ed ai finanziamenti previsti per le Zes”. Per De Vizia, “una occasione che il nostro territorio non può permettersi di perdere ed alla quale devono collaborare tutti gli amministratori locali. Abbiamo organizzato questo incontro per rappresentare al Ministro per il Sud, che nella nostra provincia vi sono grandi potenzialità”. E sulla Stazione Hirpinia: “E’ un infrastruttura la cui importanza va oltre i confini regionali. Non possiamo correre il rischio di incappare nell’effetto Afragola, stazione bellissima ma che attorno non ha nulla. Funziona solo perché il bacino d’utenza è ampio. Nel nostro caso sarebbe una tragedia. La Stazione ha futuro se circoleranno le merci, se c’è una piattaforma logistica, uno scalo merci adeguato, una logistica, un sistema di strade e collegamenti su ferro”.

Sono necessari tempi stretti: “La Stazione Hirpinia va realizzata entro il 2026, Rfi sono certo sarà in grado di mantenere gli impegni”. Luca Cascone della commissione trasporti della Regione Campania, rassicura: “Di concerto con Rfi abbiamo un programma di 100 milioni di euro per ricostruire la rete tra i comuni. Per non finire come Afragola ci sono 26 milioni di euro per polo logistico di Valle Ufita. Siamo la prima regione d’Italia per finanziamenti ricevuti. Ci sono carenze sulle strade, aspettiamo il fondo di coesione. Se in due tre anni riusciamo a spendere 5-6 milioni di euro sulle strade se va bene”.

Luca Bianchi, direttore della Svimez sottolinea come per la Napoli-Bari “il rischio cattedrale nel deserto non esiste, perché infrastrutture del genere favoriscono ulteriori processi di sviluppo, di connessione e di costruzione di hub territoriali. L’Irpinia – aggiunge – è al centro del quadrilatero delle zes continentali, tra Napoli, Gioia Tauro, Taranto e Bari. La Stazione Hirpinia potrebbe intercettare tra il 10 e il 15 percento del movimento complessivo di container”.

Per Vera Fiorani, amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana, ricorda che “la Napoli- Bari è tutta appaltata, i cantieri sono attivi. Abbiamo davanti 5 anni molto importanti. L’Alta capacità è un tassello dello sviluppo di un territorio necessario ma non sufficiente: questa infrastruttura deve essere accessibile con facilità e velocemente. La piattaforma logistica è un’opera su cui noi crediamo molto e a cui noi aderiamo in maniera convinta. Da luglio 2022 metteremo oltre 10 miliardi di appalti per le opere del 2026. Chiediamo a Confindustria di essere pronta, quando cederemo il testimone”.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE