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Rosetta D’Amelio la nomina a consigliera regionale delegata alle pari opportunità è il riconoscimento del suo lungo impegno politico
Un incarico in continuità con quello che faccio da una vita. Sono onorata di questa nomina, a titolo gratuito, che si inserisce appieno nel percorso professionale e politico che ho portato avanti sin da ragazza: lavorando nei consultori, sostenendo la battaglia femminista per le libertà delle donne e per il pensiero della differenza, rivestendo il ruolo di prima sindaca del mio paese, proponendo da assessore e consigliera regionale leggi sulla rappresentanza di genere nelle istituzioni, sulla parità salariale, sulla salute delle donne, contro la violenza e a tutela delle persone Lgbt.
Pochi giorni fa c’è stato il quarantennale del terremoto e Rai Storia ha trasmesso un video di quegli anni sulla condizione delle donne a Lioni: ci sono anche io, una ragazza che portava avanti le prime battaglie per i diritti delle donne. Oggi, sopratutto in un momento difficile come quello che stiamo attraversando, è necessario dare una mano ai soggetti fragili, donne, gay, alle fasce deboli che vivono maggiormente le contraddizioni sociali.


La prima cosa che farà dopo la sua nomina?
E’ necessario che le pari opportunità abbiano centralità nella politica regionale. Altrimenti avremo sempre una società non democratica. Chiederò al Governatore De Luca e al Governo centrale ancora più attenzione rispetto a queste problematiche che interessano il Mezzogiorno in particolare. Mi rendo conto che stiamo vivendo una fase complessa per la società e l’economia del nostro paese e che ci attende una sfida importante, quella della riprogrammazione delle risorse europee e dell’utilizzo dei fondi del recovery fund. Soprattutto in questi tempi di emergenza, nei quali abbiamo visto come ancora una volta le donne siano le più penalizzate, abbiamo il dovere di rimettere al centro investimenti su medicina territoriale e di genere. Saranno questi alcuni degli impegni che porterò avanti per costruire una Campania più inclusiva e solidale per le donne e gli uomini.


Che significa pari opportunità?
Assenza di discriminazioni. Sono penalizzanti e spesso drammatiche. Siamo nel terzo millennio, è incredibile che le donne non abbiamo gli stessi diritti degli uomini: si laureano di meno, trovano più difficilmente lavoro e ci sono meno servizi dedicati a loro. Tutto questo riguarda l’assetto complessivo della società.


Da donna si è sentita mai discriminata?
In tutta onestà devo dire che sono stata una privilegiata. Avevo una mamma femminista: quando ero impegnata in politica mi diceva sempre che il lavoro veniva prima tutto, anche del matrimonio, altrimenti una donna non sarebbe stata mai autonoma. ‘Ti devi laureare, specializzare e lavorare’, queste le sue parole. Sono cresciuta con questo tipo di mentalità avendo una famiglia che mi ha sollecitato, mi ha protetto. Sin da ragazza ho potuto affermare i miei diritti di donna. Nella mia vita però ho incrociato tante altre donne in difficoltà e per loro ho cercato sempre di fare qualcosa.


Lei ha promosso tante leggi per le pari opportunità, una in particolare che reputa particolarmente importante?
Credo che negli ultimi dieci anni non c’è stata legge regionale sulle donne e sulle pari opportunità che non ha portato la mia firma. La legge sulla doppia preferenza di voto, che oggi è applicata su tutto il territorio nazionale, è stata varata prima in Campania nel 2008. L’ultima legge che da presidente del consiglio regionale mi sono impegnata a portare in aula è stata quella per le coppie Legbt. Ma c’è ancora tanto da fare.

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