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Pino Aprile, il suo ultimo libro, “Tu non sai quanto è ingiusto questo paese perché”, lei mette subito in chiaro che “l’Italia è la nazione più iniqua e feroce d’Europa”: il Covid potrebbe aumentare queste disuguaglianze?
Le grandi tragedie normalmente riducono le disuguaglianza come spiegano benissimo Thomas Piketty e Branko Milanovic. La guerra stessa scoppia in conseguenza della disuguaglianza di reddito. Un livello di disuguaglianza molto elevato alla fine diviene insostenibile, ma non si abbassa da solo: genera piuttosto processi che portano alla sua diminuzione, processi come le guerre, i conflitti sociali e le rivoluzioni. Le pandemie di solito equivalgono ad una guerra e riducono le disuguaglianze. C’è comunque chi tenta di usare questi eventi al contrario. Quando la Moratti pretende che il diritto di vaccinarsi debba essere proporzionale alla ricchezza, sta dicendo: muoiano prima i poveri. E’ uno degli aspetti della disuguaglianza tra ricchi e poveri che c’è in Italia, la nazione più iniqua e feroce dell’Occidente. Battiamo anche gli Stati Uniti e superiamo così il livello di tollerabilità.

In questi anni nulla è cambiato?
Il passaggio dall’era industriale a quella informatica cambia nuovamente il mondo e lo rende più uguale, come fosse un unico Paese. Se prima i poveri dei Paesi ricchi erano spesso assimilabili ai ricchi dei Paesi poveri, nel mondo globale, i ricchi sono sempre più simili agli altri ricchi ovunque siano e i poveri pure, diventando più poveri nei Paesi ricchi. Come se il mondo fosse sempre meno diviso in Stati, ma in due classi di reddito, in due Paesi, uno dei ricchi e uno dei poveri, geograficamente sparsi e con lingue e storie differenti.

La disuguaglianza è anche tra Nord e Sud…
La disuguaglianza clamorosa Nord-Sud è la più appariscente, tanto appariscente da rendere le altre meno evidenti. E invece, per quanto paradossale sembri, non è il peggio. Perché la Questione Meridionale nasconde un fatto storico, di conquista, la creazione di una colonia. Le altre disuguaglianze, tra ricchi-poveri, uomo-donna, normodotato-disabile, anziani-giovane, rivelano quell’idea fondante in maniera ancora peggiore. Tanto che è ampiamente dimostrato che, pur senza il divario Nord-Sud, l’Italia resterebbe il Paese occidentale con le più grandi disparità fra i suoi cittadini e fra i territori.

In tanti anni nulla è stato fatto?
No, anzi. La questione meridionale viene incrementata da politiche economiche a danno del Sud. Ad esempio, per le donne che nascono in famiglie povere e soprattutto se del Sud: appena il 30 per cento di loro ha un’occupazione e una su tre ce l’ha perché si è trasferita al Nord. Vuol dire che la percentuale delle donne che lavora al Sud è circa la metà che nel resto d’Italia. personale. Un disabile nel Nord-Est può contare su una quantità e qualità di servizi forniti da enti pubblici, per una spesa annua di 5.222 euro; al Sud il valore dei servizi ricevuti precipita a 1074 euro. La spesa per i servizi sociali di cui beneficia mediamente un abitante in un anno è pari a 119 euro a livello nazionale, con differenze territoriali molto ampie, certifica l’istat. La spesa sociale del Sud rimane molto inferiore rispetto al resto dell’Italia: 58 euro contro valori che superano i 115 euro annui in tutte le altre ripartizioni, toccando il massimo nel Nord-Est con 172 euro. Il disabile povero che risiede in un comune povero è due volte un italiano con minori diritti: non può provvedere in proprio e, dal momento che gran parte della spesa per i servizi di assistenza pubblica è delegata ai Comuni, meno questi possono, meno aiuti avranno i più bisognosi in senso economico e sanitario. Basterebbe questo a mostrare l’assurdità di un Paese costruito sulle disuguaglianze: non basta nascere italiano per avere i diritti garantiti a ogni italiano, devi stare attento a dove nasci.

Una disuguaglianza indotta, funzionale agli interessi del Nord?
L’ Italia è pensata e gestita in modo da essere un Paese ricco a Nord, dove concentrare la spesa pubblica e creare infrastrutture, lavoro, futuro, e un Paese povero a Sud, a cui sottrarre risorse, futuro, sviluppo.

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