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Gianfranco Rotondi, a cento anni dalla nascita qual è l’eredità politica di Fiorentino Sullo (lo speciale è da pagina 13 a 16)?
Le opere. Sullo è uno dei rari casi in cui si può dire che di un politico restano i fatti: l’autostrada, l’Ofantina, le altre grandi infrastrutture del Sud, il porto e l’università di Salerno. La Campania entra in Italia grazie a Sullo. Non era stato possibile, fino ad allora, sviluppare un nuovo meridionalismo.

I problemi del Sud però non sono stati risolti, ne ha parlato anche il premier Draghi ultimamente.
Sullo era amico di Kennedy. Userei la metafora di Kennedy per dire: non importa a nessuno che cosa l’Italia può fare per il Sud, dobbiamo chiederci che cosa il Sud può fare per l’Italia.

Una opportunità per il Mezzogiorno è il Recovery fund
Il Recovery è una lista delle spesa. Bisognerebbe concentrare gli investimenti su di un solo filone: un paese circondato dal mare deve puntare su una economia ecosostenibile che trascini l’Europa e non farsi trascinare dall’Europa. Questa potrebbe essere una idea sulliana.

Sullo aveva capacità di visione.
Più che la visione oggi manca il senso del tempo. L’autostrada del Sole, che ha reso questo paese la settima potenza economica mondiale, è stata fatta in cinque anni. Oggi sono 25 anni che sentiamo parlare del ponte sullo Stretto di Massina, ci sono voluti venti anni per aprire le pale del Mose. Una delle grandi lacune della politica di oggi è che si è perso il senso del tempo, della tempestività di un progetto.

Di chi è la colpa?
Della proliferazione dei capi di responsabilità. Stato, regioni, comuni, se il federalismo snellisce è una cosa buona, se è una complicazione, allora rivediamo questo mito. Poi c’è l’ossessione della corruzione: per non rischiare non si fa più nulla come se non si potessero realizzare le cose senza rubare.

E del centrismo, della Dc di Sullo chi se ne fa interprete oggi?
Il pensiero di Sullo ha una lettura complessa, tanti spunti e anche contraddizioni. Paolo VI, un papa che Sullo amava, diceva che il cristiano è degno di contraddizioni. Mi fa piacere che a breve saranno pubblicate le memorie inedite di Sullo così che i giovani potranno conoscere dalla sua viva voce il suo pensiero. Sullo non è catalogabile, ma ha avuto suggestioni di destra e di sinistra anche quando era democristiano.

Dopo Sullo che cosa è successo alla politica in Irpinia?
La sua scuola ha prodotto dirigenti politici di grande qualità, uno su tutti è Ciriaco De Mita. Anche lui poi come Sullo ha proseguito nel coltivare una nuova classe politica, fatta di carismi nuovi. Questo oggi nella politica si è perso. I partiti si sono concentrati più a spegnere che ad accedere i nuovi talenti.

Lei ha apprezzato il lavoro di Conte, la sua ispirazione cattolica, il richiamo al personalismo, l’appello per il nuovo umanesimo li sente congeniali alla cultura moderata di centro, alla Dc. Ma ora che l’ex premier è passato alla guida dei 5stelle è cambiato qualcosa?
Conte è un mio amico e resta mio amico nel senso democristiano del termine. Tutti abbiamo praticato l’opportunismo della collocazione politica più conveniente. In questo momento Conte si prende un partito forte e se lo intesta. Poi magari ci rivediamo in centro.

E con il premier Draghi come sono i rapporti? Il Governo con tutti dentro le sta bene?
Sono un estimatore del presidente Draghi da quando era governatore della Banca d’Italia. Per quanto riguarda la composizione del Governo mi avvalgo della facoltà di non rispondere. Dico solo che si tratta di un Governo Conte senza Conte. L’unica aggiunta di valore sono i colleghi di Forza Italia.

Tutti senza portafoglio però…
Non si può negare che il Sud sia un ministero pesante e che la pandemia passi per il ministero delle Regioni. Per quanto riguarda la pubblica amministrazione Brunetta lo spazio se lo prende da solo.

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