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“Fatevi la tessera del Pd, non vi costa nulla. I soldi ce li mettiamo noi, basta che ci date i nomi. Dobbiamo fare numero. In cambio ne avremo benefici”. E’ così che funziona il sistema delle tessere nel Pd. E’ così che i “signori delle tessere” cercano di comprarsi il partito: c’è un iscritto e qualcun altro che paga 22 euro. In questo caso non si dovrebbe dire iscritto, ma prestanome. Altro che militanza e appartenenza. Altro che trasparenza. Altro che partito. Un partito in vendita, da conquistare a suon di tessere per avere agibilità politica nelle istituzioni.


Lo dimostra un messaggio Whatsapp che è girato molto nei giorni prima della chiusura del tesseramento. “Cari amici abbiamo avuto un colloquio con l’assessore omissis del Comune omissis il quale è vicino a omissis. Da un colloquio intercorso l’assessore ci ha chiesto un aiuto per sottoscrivere le tessere del Pd. Questa cosa a noi non costa nulla perché la sottoscrizione avviene via web con una ricarica su postai da utilizzare. Ogni famiglia può fare tre iscrizioni. Naturalmente abbiamo visto controllato tutto e non esistono problemi di ogni genere perché la tessera è virtuale e perché non è rinnovabile. Sicuramente vi chiedete il perché di questa iniziativa. Da quello che sappiamo è per portare numeri alla segreteria del Pd da parte del gruppo dell’assessore. Se riusciamo a fare questo potremmo anche avere un importante rilievo per omissis se ne avessimo bisogno. Ma anche se qualcuno di noi in seguito dovesse averne. Si tratta di dare solo le proprie generalità. Nessuno di voi dovrà partecipare con una quota. N.B. entro oggi dobbiamo sapere perché domani bisogna fare il tutto. Attendiamo vs notizie.
Sicuri di una vs disponibilità. Porgiamo Distinti saluti”.


Quante delle 10.400 tessere sono state comprate? Il Pd sembra una società per azioni, un partito costruito sul mercimonio, lottizzato dai poteri forti, da chi può spendere e vuole comandare. Nel Pd non decide la base del partito, non funziona quel metodo democratico che, come sancito dalla Costituzione, dovrebbe determinare la politica nazionale. Infatti, la maggioranza dei militanti, a suon di tessere farlocche, viene zittita, squalificata, sopraffatta, da una piccola minoranza. Fare i controlli tocca al Nazareno, al commissario Michele Bordo, alla commissione di garanzia di via Tagliamento e al suo presidente Donato Riserbato. Oggi ci saranno i primi dati, la commissione di garanzia si riunirà mercoledì a via Tagliamento. Probabilmente interverrà Roma.


Un altro dato è indicativo del tesserificio in corso. Il 26 ottobre si contavano 2408 tessere. Che il 5 novembre sono diventate 10.400. Diecimila iscrizioni in dieci giorni, mille al giorno, 41 all’ora, giorno e notte. Una fabbrica di tessere. Ancora una considerazione: in una provincia che si spopola, che invecchia, nel bel mezzo della crisi dei partiti e della politica, mentre l’astensionismo aumenta, paradossalmente, per il Pd ci sono sempre più iscritti.

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