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AVELLINO – E’ la giornata dei renziani. Da Montoro ad Avella passando per il capoluogo. Ci sono il Ministro per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti e il senatore Matteo Renzi, leader di Italia accompagnati da Enzo Alaia, vice presidente della commissione regionale sanità, ricandidato, i due coordinatori provinciali del partito, il sindaco di Montemarano Beniamino Palmieri, Stefania Siano, candidata. Renzi invece fa tappa all’anfiteatro Romano di Avella per presentare il suo libro, “La mossa del cavallo”.

“La partita per vincere – dice Renzi – è tra De Luca e Caldoro. Se vuole una mia previsione, Italia Viva sarà decisiva per la vittoria di Enzo. La partita è tra De Luca e Caldoro e io credo che sia meglio De Luca, punto. Dopodiché, per chi vuole veramente dare forza a un progetto serio sulla Campania, Italia Viva sta facendo delle liste molto competitive. La nostra idea è che, nei prossimi mesi, avremo tanti problemi per la crisi occupazionale. La Regione Campania ha gestito l’emergenza Coroonavirus meglio di altre regioni del Nord e non solo del Nord, adesso la vera sfiora è quella del lavoro dell’occupazione”, commenta Renzi.

“Il problema è che si sono 600mila persone che hanno perso il posto. Bisogna fare uno sforzo per recuperare credibilità e creare occupazione”, continua. E sull’inchiesta per i centri Covid: “Le inchieste vanno sempre rispettate sia che riguardano gli amici che gli avversari Anziché mettersi a commentarle all’inizio, sulla base di ispezioni che vanno qua e là, bisognerebbe imparare ad aspettare. E’ un paese civile quello che non fa sentenze per partito preso.

Vale per la Campania, per la Lombardia e per la Toscana”. “Io in coalizione con De Mita? L’ultima volta l’ho incontrato per parlare del referendum ed è andata meglio a lui” risponde ai giornalisti. E poi continua: “L’emergenza lavoro viene sottovalutata, si parla di Renzi ad Avella legge elettorale, di sindaci ma la priorità è il lavoro. Dobbiamo recuperare il livello minimo di decoro e decenza sui posti di lavoro. Ripartiamo dallo sblocco dei cantieri, è la cosa più semplice e arzigogolata per la burocrazia. Pensiamo a come va Napoli-Bari. E’ importante per la Regione investire nel digitale e nel turismo. E poi c’è il grande tema delle aree interne: è una contraddizione che il Sud sforni capitale umano che va all’estero. Puntiamo sulla decontribuzione che significa dare soldi per dare lavoro”.

Ad Avellino il Ministro Bonetti incontro il Vescovo Arturo Aiello e partecipa ad un pubblico dibattito nel Vescovado. Commenta le parole di Papa Francesco alla fine della recita dell’Angelus a cui è seguito il richiamo della Cei: “E’ un appello al paese e alla responsabilità della politica: con l’approvazione del Family Act in Consiglio dei Ministri, il governo ha voluto partire dalle famiglie, dagli investimenti delle famiglie. L’assegno unico universale è stato votato da tutto l’arco parlamentare. E’ un segno di speranza importante perché l’umanità oggi è chiamata a ripartire restituendo alle persone la possibilità di rialzare lo sguardo, dire che dopo l’esperienza del Covid c’è un domani. Le famiglie devono essere riconosciute come soggetti capaci di contribuire al bene comune attraverso l’esperienza della genitorialità – quindi l’assegno unico universale – l’educazione, una dimensione di corresponsabilità tra uomini e donne, incentivi e promozione del lavoro femminile. Da questo tempo di fatica e di sofferenza – dice il Ministro – possiamo ripartire solo se sappiamo restituire il coraggio della speranza”.

Bonetti raccoglie anche un altro appello che i vescovi di Irpinia e Sannio hanno rivolto direttamente al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: “La parola chiave è connettere. Condivido la battaglia per le aree interne: il nostro Paese è fatto di comunità che vivono di tradizioni, di storia, di incontri, di prospettive, di territori che devono essere valorizzati e quindi connessi. Il Governo deve valorizzare le specificità territoriali e creare quelle infrastrutture fisiche, i servizi sociali, relazionali, per fare sì che non ci siano più differenze tra centro e periferie nella nostra bella Italia, ma una esperienza di comunità diffusa che deve vivere anche per i protagonismi delle aree interne”.

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