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CESINALI (AV) – Aveva fatto della speranza e della carità i punti fermi della sua esistenza. Nasce dalla volontà di raccontare don Ferdinando Renzulli attraverso le voci di artisti, amministratori e poeti che hanno condiviso con lui un tratto di strada, la maratona “Oltre il ricordo”, promossa dal Teatro d’Europa nell’anniversario della sua morte. Un video fatto di lettere e riflessioni, canzoni e versi pubblicato da stamane sulla pagina Facebook del Teatro d’Europa perchè la data del 5 maggio non passasse inosservata. Parroco di Cesinali, per anni direttore della Caritas Diocesiana di Avellino, fu tra i primi a credere nel potere della cultura per dare un futuro ai giovani. Si spiega così la scommessa del Teatro d’Europa nella quale ha profuso tutte le sue forze. E fu ancora lui a volere fortemente il Murale della pace realizzato da Ettore de Concilii nella chiesa di San Francesco.
“Tante le testimonianze – spiega Luigi Frasca, anima del Teatro d’Europa – da quella di Angela Caterina, prima attrice della compagnia, alle parole del vicedirettore della Caritas don Vitaliano della Sala, il ricordo commosso del sindaco di Cesinali Dario Fiore, dell’onorevole Franco D’Ercole, i versi di Paolo Capozzo del 99 Posti, i ragazzi della Mela di Odessa, il poeta Giuseppe Vetromile, la ballerina Hilde Grella. Don Ferdinando credeva nel teatro come occasione di riscatto e di crescita per le nuove generazioni. Ha scommesso con tutto sè stesso su questo luogo di cultura. In un momento come quello che viviamo ci chiederebbe di non dimenticare la carità, di essere al servizio degli altri per essere persone migliori, di dare nuova speranza ai nostri giovani”.
“Don Ferdinando – ricorda il sindaco di Cesinali Dario Fiore – è stata la guida spirituale di ciascuno di noi, ci ha accompagnato nella nostra crescita, nei momenti più importanti della nostra vita. E’ stato lui a celebrare i battesimi e le comunioni dei miei figli, a confortarmi nei momenti di difficoltà. Un confidente, un amico, un sostegno, capace di rafforzare l’amore verso Dio e il prossimo, diventando per me e per tutti l’esempio da seguire. Qualche tempo fa abbiamo inaugurato un dipinto nella piazzetta a lui intitolato. Questo dipinto rappresenta uno spaccato della vita di don Ferdinando, vi sono rappresentati giovani, anziani e ragazzini mentre lo ascoltano. Era il suo modo di interagire con tutti, mettendoli sempre a loro agio. Come amministratore non posso che guardare con ammirazione chi ha realizzato opere capaci di lasciare il segno come il Teatro d’Europa e la Casa Canonica. L’intera comunità si è fatta coinvolgere nel sogno del Teatro d’Europa, perchè diventasse realtà. A dimostrazione che con perseveranza e sacrificio ogni sogno si può realizzare. La speranza è che questo sogno possa continuare a splendere. Noi saremo al loro fianco. Che il suo esempio possa essere il faro che illumini la nostra strada”.
“Spero tu stia bene lassù – scrive Angela Caterina nella lettera a don Ferdinando che introduce il video – noi siamo cambiati, siamo cresciuti, abbiamo corso verso la meta che sembra essersi offuscata ma non svanisce, no. Non posso raccontarti una storia felice, le persone muoiono e non sappiamo cosa fare. Ci ammaliamo, ci difendiamo, lottiamo, stiamo vincendo, ma è dura. E’ un’esperienza che ci ha chiusi nelle nostre piccole casette, come in un alveare con tanti vetri, non riusciamo a spiegare quello che ci sta succedendo, tante apine che voglio ritornare a volare. Le città sono vuote. E gli sguardi? Quanto buio hanno, quanta paura esprimono. E’ come un giorno di pioggia che ci accomuna e ci tiene uniti e ci svela, ci sta scuotendo l’animo. Abbiamo un po’ gli ombrelli rotti ma quanto è grande il valore di quell’abbraccio che dobbiamo ora negare?”
Una lettera che si fa racconto del nostro tempo: “Ci affacciamo dai balconi per salutarci, mascherati per l’incontro, a me piace immaginare che sia un grande ballo in maschera e che prima o poi si brinderà alla festa e danzeremo. In ogni cielo nero ci sono le stelle, a volte non le vediamo, ma le persone offrono il pane, si raccontano le favole ai bambini che disegnano arcobaleni. Tanti ci stringono la mano anche stando a distanza, ci mancano i nostri cari, non possiamo andare. E’ troppo importante la vita! Vorrei tu fossi qui a parlarci di Gesù, del suo insegnamento… della semplicità complessa di un filo d’erba al sole che non può ancora brillare, oggi. Vorrei che in ognuno di noi, senza distinzione di sesso, razza o religione vivesse la piccola eterna fiamma della Speranza. Ti saluto. Ma prima voglio farti una richiesta. Parlaci tu con Dio, come quando non avevamo il legno per le scenografie e arrivava sempre la provvidenza ad aiutare e si costruiva poi la magia e lavoravamo senza sosta per poterle realizzare. Vogliamo ancora sognare, ma tutti insieme, mano nella mano, per davvero. Il sipario si abbasserà su questo momento e inizierà un altro spettacolo, più dolce, più accogliente, meno amaro e saremo tutti attore e pubblico”.
“Si è privato di tutto – spiega la sorella Suor Federica Renzulli – ha diviso con i deboli, i poveri, gli ultimi tutto ciò che aveva, ha conosciuto il cuore degli uomini, guardando sempre alla gloria degli uomini e al bene dei fratelli. Dio è stata la luce che ha illuminato la sua vita”. “Ricordo il suo ottimismo – spiega con Don Vitaliano – è come un albero lungo un corso d’acqua che non smette mai di dare frutti. Impagabile il lavoro svolto con la Caritas, cercando di incentivare il volontariato. Quell’albero continua a dare frutti e ci incoraggia ad imitarlo”.
Franco D’Ercole parla di un uomo dalla generosità infinita “Dovevo sempre frenarlo, era sempre al fianco degli ultimi. Abbiamo camminato sempre insieme, dall’azione cattolica fino a quando sono entrato in politica”. Ma l’omaggio a don Ferdinando è anche l’occasione per ribadire che il teatro non può morire “Siamo convinti – spiega Frasca – che presto rinascerà. Nasce così ‘Affacciati alla finestra. Portiamo il teatro nel tuo balcone’, il format ideato dal Teatro d’Europa per non rinunciare alle suggestioni degli spettacoli dal vivo in tempi di Covid 19. Ci piacerebbe portare il nostro contributo artistico nei quartieri o luoghi. Qui la gente comodamente e in sicurezza dai propri balconi potrebbe assistere allo spettacolo, assicurando comportamenti in linea con le disposizioni governative e ministeriali. Nel periodo luglio/settembre la Compagnia Teatro d’Europa proporrà a chi ne farà richiesta la possibilità di godere a costo zero (si accettano libere donazioni) di alcune nostre produzioni. Di qui l’appello rivolto ad amministrazioni ed enti locali ad inviduare gli spazi più idonei”..

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