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OSPEDALETTO D’ALPINOLO- “Mi manca molto la mia famiglia. La penso ogni giorno. Eppure qui ad Ospedaletto ho trovato persone dall’animo grande tanto che oggi mi sento di avere una nuova grande famiglia”.
E’ la voce emozionata di Anne Michelle Belobo, 38 anni, originaria del Camerun, ospite nel Centro migranti “La Castagna” di Ospedaletto d’Alpinolo. (CLICCA SUL LINK E GUARDA LA FOTOGALLERY).

Sono 46 le persone che accoglie la struttura operativa dallo scorso 15 settembre, nata grazie alla spintadella Caritas di Avellino attraverso il Consorzio delle “Cooperative sociali”, di quello “Percorsi” e , non ultimo, dall’amministrazione comunale locale. Un progetto pilota per tutta l’Irpinia, una gestione che non fa affidamento ai privati e sta delineando un progetto di inclusione reale che permetta, non solo una sana e pacifica convivenza con la comunità locale, ma anche la nascita di inattese risorse, opportunità di crescita, di arricchimento per tutti coloro che vivono il territorio. 
Che ciò che sta riuscendo a mettere in piedi il Centro Migranti “La Castagna” non rappresenta mera utopia, lo si percepisce varcando la porta della struttura. Ci sono donne (quelle donne che i privati non accettano perchè “costano di più), c’è una bambina. C’è l’albero di Natale addobbato tra i sorrisi e la gioia di tutti i ragazzi che oggi si sentono una grande famiglia. Si respira l’odore del pranzo che verrà servito ai 46 componenti della grande famiglia e agli operatori sociali che li seguono. Già perchè il Centro ha scelto di preparare da mangiare in loco e, di li a poco, dalla cucina esce il cuoco, a testimonianza di come non esiste barriera tra ospiti e operatori.
Un senso di comunità inciso anche nel cartellone natalizio preparato dall’amministrazione comunale di Ospedaletto, con l’inclusione di alcune iniziative che vedranno i rifugiati diretti protagonisti. Il tutto grazie alla sinergia, fondamentale, con la Pro Loco “La Fenice”, l’Anpas, La Salamandra, l’Azione cattolica e in generale il mondo associazionistico di Ospedaletto. Ieri l’accensione dell’albero di Natale eretto dalla Pro loco in piazza Umberto I, con l’accompagnamento musicale dei canti e delle poesie del coro del Centro di accoglienza e della scuola cantorum “Ave Maris Stella”, nella Chiesa San Filippo e Giacomo, dopo la benedizione dei Bambini Gesù e la raccolta delle letterine scritte dai bambini a Babbo Natale, sino al momento clou dell’albero illuminato come simbolo di speranza. La serata è continuato con una insolita ma necessaria ricerca di incontro tra comunità locale e quella dei profughi. Questi ultimi saranno di nuovo protagonisti in un altro momento importante organizzato da tutte le associazioni per il 27 dicembre. sempre inserito nel cartellone delle festività. Si tratta di una cena multietnica dove, chi vorrà partecipare, potrà gustare piatti tipici locali e africani preparati dai membri di tutte le associazioni, insieme agli ospiti e agli operatori del centro “La Castagna”.
“Ad Ospedaletto d’Alpinolo – racconta Ilaria Di Gaeta, operatrice di accoglienza, nonchè mediatrice linguistica della struttura- quest’anno il Natale porta con sé l’idea dell’incontro, di una comunità che si ritrova aprendosi al mondo. Questa ricerca di unione fraterna tra popoli provenienti da diverse culture e tradizioni è una purtroppo rara opportunità di vivere, nella pratica, il fondamentale valore cristiano dell’amore per il prossimo, e di sperimentare una possibile convivenza, ricerca necessaria poiché il nostro futuro sarà inevitabilmente caratterizzato da una società composta da persone diverse tra di loro per colore della pelle, luogo d’origine, cultura, tradizioni, abitudini alimentari”. In un momento storico tragico per i temi dell’accoglienza, dove spesso la parola “migrante” viene accompagnata da epiteti dispregiativi e razzisti, il Consorzio “Percorsi” e “La Castagna” lanciano un segnale di speranza. “Fare poco, ma fare bene”, aggiunge Di Gaeta. 
“Vogliamo dire grazie di cuore all’amministrazione comunale di Ospedaletto che non è rimasta indifferente. Vogliamo dire grazie di cuore alla trama preziosa del tessuto associativo formato da donne e uomini che dedicano le proprie energie alla collettività. Grazie di cuore al Parroco Don Vittorio Guerrillo che con i suoi gesti ci ricorda di essere “prossimi” dei più deboli. Per questo Natale auguriamo a tutti di trovare nel cuore la strada dell’accoglienza e dell’ospitalità”. Questo il messaggio dei gestori del centro di accoglienza che è stato racchiuso nel cartellone di Natale preparato dall’amministrazione.
E a chi continua ad avere atteggiamenti di indifferenza, per non dire di odio, verso l’altro, rivolgiamo le parole di Anne Michelle, quando le abbiamo chiesto cosa desiderasse per il nuovo anno: “Che Dio dia salute a tutti gli italiani”.
 

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