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L’ideologia transumanista sta correndo alla velocità della luce. La rapidità dello sviluppo tecnologico suggerisce progressi tecnologici radicali ed importanti per i prossimi anni. Secondo i transumanisti questo sviluppo è desiderabile e gli esseri umani possono e dovrebbero diventare “più che umani” attraverso l’applicazione di innovazioni tecnologiche come l’ingegneria genetica, la nanotecnologia, la neurofarmacologia, le protesi artificiali, e le interfacce tra la mente e le macchine.

Nel nome di un tecno-capitalismo ceco, la robotica sta andando in un tunnel pericoloso, dove saranno messe in serio pericolo le nostre libertà più elementari. La scienza ha un ruolo importante: rimanere al servizio dell’uomo, ma in questo caso si sta prendendo un’altra strada. Questo non è progresso. Nella frenetica e robotica vita i nonni non hanno più i beati nipotini o figli per passare qualche piacevole ora, ma ci sono i robot. I più piccoli dalle mille attività (già stressati a 10 anni. Gli studi scientifici parlano di una un aumento indescrivibile di uso di antidepressivi, psciformaci ecc.) Per non parlare dei grandi. Lo ha dimostrato l’esperimento in cui il robot umanoide Nadine ha intrattenuto un gruppo di anziani in una casa di riposo giocando a Bingo con loro.

Realizzato dall’Università tecnologica Nayang a Singapore, dove è stato messo a punto il robot, l’esperimento è presentato su arXiv, il sito che accoglie gli articoli in attesa del vaglio della comunità scientifica. Protagonista per qualche giorno della Bright Hill Evergreen Nursing Home di Singapore è stata Nadine, il robot con le fattezze femminili già protagonista di tanti altri esperimenti analoghi e come receptionist. In questo caso l’androide si impegnato a intrattenere i 29 residenti ultra 60enni della casa di riposo giocando con loro a Bingo.Il robot si occupava di chiamare i numeri e risolvere eventuali richieste dei partecipanti. Tutte le sessioni venivano filmate per monitorare le espressioni facciali e i gesti dei partecipanti per valutare il livello di attenzione e tutti i parametri utili a definire il coinvolgimento. Sembra uno scherzo di fantascienza. Nessuno pensa ad uno degli aspetti più importanti: quello umano. Oggi dicono che la vita si è allungata e lo scopo è quello di farci intrattenere con delle macchine? Ma che tristezza. Gli ultimi anni hanno visto molti cambiamenti radicali. Spesso mamma e papà hanno difficoltà a rimanere con i propri bambini grazie ad una vita frenetica e robotica, che ci toglie ogni momento. Gente che scrive email alle 3 del mattino, (di scarsa importanza) solo per citare un caso. Aumento di ansia e stress e gli ultimi dati parlano da soli. Perchè tutto questo? Più l’uomo si distacca dalla natura, da se stesso e più si perde, si ammala. Inoltre, c’è un altro punto interrogativo, che non viene spiegato.

Tutti questi robot quando prenderanno il posto di lavoro delle persone, che succederà? Una domanda stupida? vediamo qualche esempio: con il boom degli acquisti online, le agenzie di viaggio sono state tra le prime vittime. L’innovazione tecnologica ha portato ad una notevole riduzione dei lavoratori addetti a tali attività. Anche i consulenti finanziari avranno il loro bel da fare per mantenere la propria professione: infatti, la gestione di portafogli e investimenti sarà sempre più spostata sul Web grazie ad algoritmi sempre più precisi. Non dimentichiamo le banche, in relazione al taglio delle filiali che intanto si è già dimezzato sotto la scure di bancomat e home banking. E se tutto si fa online, anche i call center sono destinati a svuotarsi per l’ingresso di intelligenze artificiali e cognitive computing. La previsione è che i lavoratori dei call center spariranno, lasciando la cornetta in mano solo a quelli più qualificati per proporre promozioni mirate o risolvere problemi complessi. Per quel che riguarda i lavori tradizionali? Dal sarto al gioielliere, dal taglialegna all’agricoltore, dal lettore di contatori al postino dovranno vedersela con droni, robot o semplice informatica. Secondo le previsioni, circa il 60% di tutte le professioni e circa il 30% dell’orario di lavoro potranno essere automatizzati entro il 2030. L’Agenzia di Stampa cinese Xinhua ha presentato al sesto Congresso Mondiale delle Agenzie di Stampa i suoi “robot-giornalisti”, in grado di condurre il TG in lingua cinese, inglese e russa, gestiti dall’intelligenza artificiale (A.I.). Irina, è la nuova impiegata robot dell’ufficio postale russo. La catena “Hotspot” a Pechino ha aperto il suo primo ristorante “A.I.” con 18 robot capaci di preparare fino a 8000 piatti al giorno. La catena di supermercati scozzese Margiotta ha Fabio, il commesso robot, così anche la catena Walmart ha come “dipendenti” dei robot. Nei prossimi anni, 120 milioni di persone dovranno riqualificarsi. Entro dieci anni, a causa dell’automazione e lo sviluppo tecnologico, scompariranno di circa il 30% dei posti di lavoro. Le Intelligenze artificiali assumeranno ruoli di lavoratori instancabili ed intelligenti, di dottori, opereranno, costruiranno, saranno poliziotti, insegnanti, probabilmente con il tempo vorranno avere diritti come gli uomini e prenderanno posti di potere.

Nessuno mette in discussione l’importanza della scienza e della tecnologia, ma questo deve rimanere a servizio dell’uomo. Molti tecno-capitalisti vedono nella robotica un valido strumento per omologare l’intero pianeta. Gli stessi scienziati pongono dei seri punti interrogativi, che non possiamo ignorare. La paura che le persone possano perdere il controllo delle proprie vite. Le tecnologie autonome riducono di moltissimo – quando non eliminano del tutto – la necessità del coinvolgimento delle persone in moltissime attività: se lo specifico dell’uomo era la capacità decisionale, in un mondo in cui sono le macchine a decidere, questa capacità perde di interesse diventando inutile. Ciò ha come conseguenza che le persone potrebbero diventare dipendenti dai sistemi intelligenti automatizzati. Molti esperti sottolineano come sotto il termine ombrello di “efficienza”, le IA spesso nascondono errori, pregiudizi (bias), ideologie e tutta una serie di limiti che spesso sono difficili da identificare nell’artefatto tecnico. La sociologia applicata ai big data ci ha abituato a riflettere sul fatto che spesso gli algoritmi nascondono gli stessi limiti umani dei propri progettisti e questa situazione potrebbe avere conseguenze nefaste se venisse riprodotta in macchine che hanno autonome capacità decisionali, come abbiamo mostrato per il caso delle IA psicopatiche.Il futuro del lavoro è la terza grande preoccupazione degli esperti. Moltissime persone svolgono lavori manuali semplici e automatizzati, molte persone svolgono lavori intellettuali di routine o comunque descritti da procedure: l’intelligenza artificiale può sostituire entrambi in modo più economico e più efficiente. Quindi diventa necessaria una lungimirante strategia di transizione economica e sociale per evitare che le conseguenze positive della IA nel lungo periodo si trasformino in una macelleria sociale nel breve periodo, con la nascita di risentimento e disagio sociale che andrebbe a sommarsi sull’attuale periodo di crisi economica e istituzionale. Nessuno vuole tornare all’età della pietra. La tecnologia, le scoperte scientifiche da sempre accompagnano l’uomo verso nuove conquiste importanti, che sicuramente ci fanno vivere bene. Ma rimane doveroso guardare con attenzione queste nuove forme di progresso. Questa volta in ballo c’è la nostra libertà di esseri umani sacri.

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