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Una disponibilità politica al sindaco rispetto ad una situazione governativa “comatosa” lanciata nel corso dell’ultimo “indegno” Consiglio comunale. Una disponibilità che non esiste più.
E’ l’onorevole Giancarlo Giordano a chiarire, nel corso di una conferenza stampa, la sua posizione a due settimane dall’assise monotematica sull’inchiesta Acs che ha determinato l’ennesima, insanabile, frattura dall’interno della maggioranza di Paolo Foti con tanto di dimissioni dell’ennesimo capogruppo. 

In quella sede, al netto di altre proposte che vennero lanciate al sindaco per uscire dall’impasse amministrativa, il consigliere Giordano si disse disponibile a sostenere uno sforzo e partecipare ad una sorta di governo “a tempo” sino al prossimo appuntamento elettorale utile. Disponibilità che tuttavia si poteva concretizzare solo attraverso l’azzeramento della giunta da parte di Foti, la predisposizione di un programma su specifici punti da portare avanti senza più ritardi (Isochimica ed Eliseo su tutto) e, soprattutto, la garanzia da parte di Foti e di tutta la sua maggioranza a non ricandidarsi più.
“E’ evidente che quest’ultima condizione ha pesato più di tutte- commenta Giordano- Non solo non hanno inteso nemmeno rispondere alla mia proposta, ma non hanno accolto nemmeno altre avanzate in quella sede, compresa quella di alcuni consiglieri di maggioranza. E’ evidente che vogliono continuare a trascinare la città nel loro gorgo interno e in quello del Partito Democratico”.
Di qui l’annuncio dell’onorevole di ritirare quella proposta e “salvaguardare la mia persona”. 
“Continuano a baloccarsi tra enti e sotto enti. Tra poteri e sotto poteri, fregandosene della città”, incalza Giordano tirando in ballo della recente fuoriuscita di Avellino dal Consorzio Asi, “ennesima ricostruzione di come si muove quest’amministrazione. A questo punto Foti avrebbe fatto bene a non partecipare a quell’assemblea. Ed invece l’elezione di una figura di “rinnovamento” (sarcasticamente parlando) come Vincenzo Sirignano, dimostra come il corpus esterno del Pd si chiama Ciriaco De Mita“.

Di qui l’evidenza, per Giordano, “che i consiglieri comunali, la maggioranza Pd, il direttorio, non hanno nessuna intenzione di affrontare i problemi della città ma si preoccupano solo delle dinamiche interni al partito. Ritiro la mia proposta politica proprio perché non farò mai da sponda a chi non rispetta la città”:

Duro il commento anche rispetto alla posizione del gruppo consiliare dell’Udc che, per voce di Maurizio Petracca, ha proposto una mozione “di fiducia” al sindaco, piuttosto che di sfiducia, come la logica vorrebbe: “Dalla nostra posizione sarebbe naturale chiedere una mozione di sfiducia, come pure ho fatto personalmente ma i consiglieri Udc non hanno inteso seguire la medesima strada. 
Ciò che propongono quanto meno, ha l’effetto di rendere chiaro come sono collocati. I consiglieri comunali sono sempre in tempo a proporre una mozione di sfiducia. Io la firmerei senza aspettare di essere l’ultimo non come ha fatto qualche politicante da strapazzo come quando l’ho presentata io».”.

Sullo sfondo Giordano ricorda come si avvicina inesorabilmente l’appuntamento per l’aoorovazione del bilancio previsionale sul quale grava la vicenda del teatro Gesualdo. “Le questioni vanno peggiorando e si affollano e il sindaco continua a non usare parole di chiarezza”.  

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