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CASERTA – Un mondo davvero variegato quello che ha consentito a numerosi personaggi del casertano di godere dei benefici del reddito di cittadinanza attraverso operazioni di truffa. Dopo mesi di indagini i finanzieri sono riusciti a svelare gli illeciti comportamenti. Dal noto imprenditore al pusher, dai lavoratori in nero ai venditori abusivi di gadget della Reggia di Caserta: è il variegato panorama dei «furbetti» del reddito di cittadinanza scoperti dalla Guardia di Finanza a Caserta e provincia negli ultimi mesi. Tra loro l’ex titolare di un importante caseificio del Casertano, il quale, dopo aver ceduto le quote dell’impresa ai propri familiari, ha continuato a tenere un alto tenore di vita, tanto da essere stato più volte fermato a bordo di un lussuoso Suv: malgrado ciò ha chiesto e ottenuto il reddito di cittadinanza. Già, perché nella domanda di sussidio l’imprenditore, che di fatto ha sempre gestito l’azienda, aveva omesso di comprendere nel proprio nucleo familiare la moglie, titolare di redditi e intestataria di beni patrimoniali ben oltre i limiti massimi previsti dalla legge per poter accedere al contributo. Sono 80 i furbetti emersi dai controlli delle Fiamme Gialle, 64 dei quali denunciati all’autorità giudiziaria, mentre per gli altri 16 percettori è scattata la segnalazione all’Inps per farli decadere dalla riscossione del contributo pubblico; complessivamente i vari reparti guidati dal colonnello Andrea Mercatili, hanno controllato 255 componenti di nuclei familiari, stimando in più di 200mila euro il danno per le casse dello Stato, calcolato ovviamente solo sulla base delle somme già materialmente percepite in questi mesi. Molti furbetti sono stati scoperti in seguito ai normali controlli fiscali, o a ispezioni in aziende. Durante un controllo in un negozio sono stati scoperti due coniugi che continuavano a vendere al dettaglio capi di abbigliamento, utilizzando però una partita Iva già chiusa e quindi non dichiarando alcun reddito, così da poter contare su un duplice vantaggio, ovvero da una parte non pagare alcuna imposta sul reddito e, dall’altra «arrotondare» percependo anche il reddito di cittadinanza. Altri furbetti sono stati scoperti in seguito alle ordinarie attività tese al contrasto dell’abusivismo commerciale, come nel caso dei quattro venditori abusivi di gadget della Reggia di Caserta. Tanti i lavoratori in nero risultati percettori della strumento anti- povertà: tra questi pizzaioli, camerieri, baristi, cassieri, addetti ad autolavaggi, operai tessili e calzaturieri, magazzinieri e muratori. Decine anche i delinquenti abituali con il reddito di cittadinanza, come i 25 contrabbandieri di sigarette già indagati qualche mese fa, o il «mago» della pirateria informatica denunciato ad inizio dicembre, o il pusher trovato con mezzo chilo di hashish.

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